
Tensione alle stelle tra il giudice della Corte suprema del Brasile, Alexandre de Moraes, e l'ex presidente del paese sudamericano, Jair Bolsonaro che, tra poche ore, potrebbe essere arrestato. Dopo avere imposto venerdì scorso a Bolsonaro l'obbligo di indossare una cavigliera elettronica, la reclusione domiciliare notturna nei giorni feriali e totale nei weekend, il divieto di accesso a sedi diplomatiche e contatti con autorità straniere e con altri indagati, compreso suo figlio, da lunedì sera Moraes ha minacciato di emettere un ordine di arresto immediato.
A meno che la sua difesa non presentasse entro 24 ore un chiarimento su una breve dichiarazione rilasciata dall'ex presidente alla Camera dove, rivolgendosi ai giornalisti, Bolsonaro ha mostrato la cavigliera elettronica che indossa da venerdì scorso, definendola "un simbolo di massima umiliazione" ed aggiungendo: "non ho rubato, non ho ucciso, non ho trafficato. Quello che stanno facendo con un ex presidente è codardia. Affronteremo tutto e tutti. Per me conta solo la legge di Dio".
Il problema è che poche ore prima Moraes aveva anche vietato all'ex capo di Stato di concedere interviste, considerando ogni sua dichiarazione pubblica una potenziale violazione delle misure cautelari nell'ambito del processo vede Bolsonaro imputato in un presunto complotto golpista. Il provvedimento includeva anche il divieto di trasmissione, ritrasmissione o diffusione di audio, video o trascrizioni su qualsiasi social network, anche attraverso terzi, media compresi.
Bolsonaro, che lunedì aveva in programma un'intervista al portale Metrópoles, l'aveva annullata. Tuttavia, poche ore dopo, la breve dichiarazione, ripresa da tutti i media brasiliani e diventata virale sui social, ha spinto Moraes a minacciare l'arresto immediato in caso di mancate spiegazioni.
Ieri sera, poco prima della scadenza dell'ultimatum di Moraes, gli avvocati di Bolsonaro hanno presentato una memoria difensiva alla Corte Suprema: "Bolsonaro non pubblica direttamente contenuti online da venerdì scorso ma non può essere ritenuto responsabile se altri, a cominciare dai media, pubblicano sue dichiarazioni".