Michel Temer, doveva essere il salvatore del Brasile, l'uomo in grado di fare le riforme per rimettere in carreggiata la disastrata economia del gigante sudamericano meno 10% del Pil negli ultimi 2 anni e mezzo dopo le insostenibili politiche dei suoi predecessori ed ex alleati Lula e Dilma e, invece, s'è dimostrato corrotto quanto loro. «Un anno buttato via, altro che le riforme che s'attendeva il mercato», si sfoga il trader di una grande banca della City per l'ennesimo scandalo che ha fatto di ieri il peggior giorno dal 2008 per Bovespa, la borsa di San Paolo. A far precipitare l'indice del 10% una serie di registrazioni in cui il più fido collaboratore di Temer chiede ai fratelli Batista - Joesley e Weslay, proprietari di Jbs, la maggiore multinazionale di carne al mondo - una tangente da 50 milioni di reais (15 milioni di euro) per comprare il silenzio dell'ex presidente della Camera Eduardo Cunha, già in carcere per corruzione e in grado di «far crollare la Repubblica» se decidesse di vuotare il sacco.
Peccato per Temer che i Batista - coinvolti sino al collo nella Lava Jato, la Mani Pulite locale, avendo confessato il pagamento di tangenti a 1.890 politici brasiliani al momento della richiesta della tangente fossero già collaboratori di giustizia. Non solo erano dunque microfonati ma le migliaia di banconote della stecca erano state contrassegnate dalla polizia mentre le valige di contanti contenevano microchip per seguirne il «percorso». Follow the money e la tangente negoziata il 7 marzo all'interno del palazzo presidenziale è stata seguita passo a passo dagli inquirenti con estrema facilità.
«Un'operazione degna dell'Fbi» per il giornalista investigativo Mario Sabino, fondatore di O Antagonista, fonte vitale per chi voglia capire il futuro del Brasile, i cui destini sono oggi più incerti che mai visto che anche Aécio Neves leader dell'opposizione e sconfitto di misura alle presidenziali da Dilma nel 2014 ieri s'è visto cassare il seggio da senatore per avere anch'egli incassato stecche milionarie dai Batista.
Temer - che essendo presidente per la Costituzione non può essere arrestato ma è già indagato dalla Corte Suprema per corruzione - parlerà nella notte alla nazione anche se ha già detto che «è un complotto» e non si dimetterà ma l'impeachment contro di lui è solo questione di tempo.
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