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Prima breccia su Palazzo Chigi. "Si valuta il rinvio delle tasse"

L'annuncio di Misiani dopo il pressing di Forza Italia. E il premier apre alla Bicamerale sui fondi europei

Prima breccia su Palazzo Chigi. "Si valuta il rinvio delle tasse"

L'ora della verità sullo scostamento di bilancio si avvicina e dal governo arrivano i primi segnali di fumo verso l'opposizione. Il pressing di Forza Italia va avanti da giorni e a 72 ore dalla votazione il viceministro Antonio Misiani rivela che l'esecutivo «sta valutando il rinvio a novembre delle emissioni delle cartelle esattoriali». Giuseppe Conte, a sua volta, parlando con Repubblica fa filtrare una maggiore disponibilità al dialogo e fa sapere che una eventuale commissione parlamentare «potrà offrire una più agevole modalità di confronto con il parlamento». Conte, però, diversamente dagli azzurri vuole che la cabina di la regia rimanga a Palazzo Chigi e respinge una «parlamentarizzazione» della gestione dei fondi europei.

Il Parlamento voterà mercoledì prossimo l'autorizzazione al nuovo scostamento di bilancio da 25 miliardi, chiesto per continuare a finanziare le misure economiche contro l'emergenza Covid. Una votazione che al Senato, da regolamento, richiede la maggioranza assoluta e potrebbe creare non poche difficoltà al governo. Dall'inizio della pandemia, infatti, su otto voti di fiducia nessuno ha raggiunto quota 161.

Forza Italia appare decisa a portare a casa impegni concreti prima di offrire il proprio via libera. «Scostamento di bilancio significa nuovo debito, che noi stessi - o le generazioni dopo la nostra - prima o poi dovranno pagare» dice Silvio Berlusconi al Corriere della Sera. «Non si può certo farlo a cuor leggero. Lo valuteremo sulla base delle risposte che Conte ci darà in Aula». Naturalmente ora gli azzurri vogliono vederci chiaro sulle parole di Misiani. «Da Misiani è stato promesso un primo passo nella giusta direzione» dice Mariastella Gelmini. «Ora seguano fatti e impegni concreti: da Forza Italia non potrà arrivare alcuna condivisione sullo scostamento di bilancio senza il rinvio delle tasse. È il minimo sindacale per cominciare a discutere». Renato Brunetta detta le condizioni per votare lo scostamento: «Un semestre bianco fiscale con rinvio dei versamenti relativi alle scadenze sospese da marzo a giugno e l'azzeramento delle sanzioni per le piccole imprese e le partite Iva individuali che non hanno potuto pagare i saldi e acconti di luglio; la proroga della cassa integrazione; sostegni mirati a fondo perduto per i settori più colpiti, come turismo, automotive, Made in Italy, agricoltura e commercio; sul turismo, in particolare, va radicalmente cambiata la presa in giro del bonus vacanze; reintroduzione dei voucher per il lavoro stagionale nel turismo e nell'agricoltura». E se Simone Baldelli puntualizza che «l'obiettivo non è quello di aiutare il governo, ma il Paese», Marco Marin chiede massima condivisione «perché il nuovo scostamento non può essere destinato all'assistenzialismo e allo statalismo che rappresentano il dna del governo e sono la stella polare dell'agire dei giallorossi. Questo non sarebbe aiutare l'Italia ma affossarla».

Determinati a non firmare cambiali in bianco anche gli esponenti di Fratelli d'Italia. «Non voteremo nulla a scatola chiusa rendendoci complici di nuovi sprechi e di indebitamento pubblico» dice il capogruppo Francesco Lollobrigida. «Pretendiamo di sapere dal Governo come intende spendere le risorse per sostenere le imprese, aiutare il mondo del lavoro, le famiglie e sospendere le tasse.

Se questo non sarà possibile, la maggioranza ha i numeri e se lo voti da sola».

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