Se sarà no deal il 12 aprile - e nonostante i voti indicativi di ieri notte in Parlamento ancora non si sa dove si dirige il Regno Unito - l'Unione Europeasarebbe pronta a chiedere 10 miliardi di euro a Londra solo per i nove mesi che restano del 2019. La richiesta sarebbe la condizione per continuare a finanziare i beneficiari britannici di fondi comunitari fino alla fine dell'anno. Lo hanno rivelato all'agenzia di stampa Agi fonti europee, dopo una riunione dei rappresentanti dell'Ue a 27.
Il contributo netto al bilancio comunitario del Regno Unito per il 2019 è pari a 17,49 miliardi di euro, di cui 7,2 miliardi sono già stati pagati. In caso di «no-deal», l'Ue rischierebbe di ritrovarsi con un buco da 10,2 miliardi a causa nel 2019. In una proposta della Commissione per prepararsi alla no-deal Brexit, l'Ue ha offerto al Regno Unito di continuare a finanziare i beneficiari delle risorse comunitarie, come università, comunità locali (nell'ambito della Politica di coesione), centri di ricerca, agricoltori (nell'ambito della Politica Agricola Comune) per tutto il 2019, ma a condizione che il Regno Unito accetti di versare interamente il suo contributo per l'anno in corso. Se la proposta sarà adottata dai governi Ue e dall'Europarlamento, in caso di no-deal il Regno Unito dovrà confermare «al massimo entro il 18 aprile 2019 per iscritto alla Commissione che continuerà a contribuire al bilancio» per l'ammontare previsto per l'anno in corso. L'Ue - secondo le fonti - si aspetta una risposta positiva da parte di Londra, perché altrimenti il Regno Unito rischierebbe il taglio del rating da parte delle agenzie perché insolvente.
In caso di via libera all'accordo, il Regno Unito dovrebbe comunque pagare i 10,2 miliardi in quanto scatterebbe il periodo di transizione fino al 31 dicembre 2020 durante il quale mantiene gli obblighi e alcuni benefici dell'appartenenza all'Ue senza far parte delle istituzioni.
Lo stesso vale nello scenario di un prolungamento della Brexit o di una revoca dell'articolo 50, perché il Regno Unito resterebbe membro a pieno titolo dell'Ue.La situazione in Gran Bretagna resta a dir poco caotica, mentre crescono le voci di elezioni anticipate ma anche quelle sulla possibilità che Theresa May tenga un quarto voto sul suo piano, già bocciato tre volte.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.