La libera circolazione delle persone avrà fine lo stesso giorno in cui il Regno Unito uscirà dall'Unione Europea senza accordo. Lo afferma una nota dell'Home Office che cancella quindi le disposizioni in materia del precedente governo. Theresa May aveva infatti pensato di estendere il diritto a vivere e lavorare liberamente nel Paese fino al 2021 consentendo ai cittadini europei di rimanere per tre mesi prima di far richiesta per un soggiorno più lungo. Ora non sarà più così.
Ci sarà tempo fino a Dicembre 2020 per far richiesta, ma dopo Brexit il governo introdurrà un nuovo sistema d'immigrazione che «favorirà le competenze e il contributo che le persone possono offrire al Paese piuttosto che dare importanza al luogo da dove provengono». Un portavoce di Downing Street ha inoltre aggiunto che «verranno introdotte leggi più severe contro la criminalità per coloro che verranno nel Regno Unito». Rimarrà invece immutato il diritto di restare in Inghilterra per tutti I cittadini europei che hanno vissuto nel Paese per più di cinque anni.
La nuova mossa del governo ha suscitato reazioni immediate persino nelle file degli stessi conservatori. Il deputato dei Tories Alberto Costa , che si è battuto proprio per la protezione di questi diritti, ha definito la decisione «profondamente preoccupante», mentre il portavoce dei Liberaldemocratici per gli Affari Interni ha accusato l'esecutivo di totale irresponsabilità. A questo punto, secondo Jeremy Corbyn soltanto nuove elezioni possono fermare la crisi indotta dalla Brexit. Il leader laburista ha promesso di fare «tutto il possibile» per evitare che il Regno Unito lasci l'Europa senza un accordo. Durante un comizio tenuto nel Northamptonshire, ha affermato la necessità che il parlamento interrompa le due usuali settimane di chiusura estiva per discutere della questione. «In questo modo potremmo impedire a Boris Johnson di fare le sue manovre per portarci fuori al 31 ottobre senza ulteriori dibattiti parlamentari», ha spiegato Corbyn.
Il premier, che in parlamento ha una maggioranza di un solo voto, ha escluso nuove elezioni prima del 31 ottobre, ma i laburisti ritengono che richiamare gli elettori ai seggi sia l'unico modo per bloccare il no deal. Proprio per questo Jeremy Corbyn spera di riuscire a sfiduciare Johnson. Una vittoria con il voto di sfiducia farebbe scattare le due settimane di tempo dopo le quali le elezioni possono venir indette automaticamente. Per bloccare l'automatismo, il governo esistente o uno alternativo formatosi in questo breve lasso di tempo dovrebbe essere in grado di riconquistare la fiducia delle Camere con un nuovo voto. Il piano di Corbyn è invece sostituire Johnson in quelle due settimane, ritardare la Brexit e indire nuove elezioni. Per metterlo in atto però il leader laburista ha bisogno di alleati che al momento non ha.
E questa volta la Gran Bretagna tormentata dalla Brexit non può neppure contare sulla famiglia reale per tirarsi su di morale dato che un nuovo scandalo sta scuotendo le fondamenta di casa Windsor.
Dopo la pubblicazione sul Mail on Sunday di alcune fotografie che suggeriscono il coinvolgimento del principe Andrea nelle torbide frequentazioni del miliardario suicida Jeffrey Epstein, Buckingham si è vista costretta a diffondere una nota sdegnata in cui smentisce ogni possibile coinvolgimento del secondogenito della Regina nella faccenda. «Sua altezza reale deplora lo sfruttamento di qualsiasi essere umano e insinuare che avrebbe tollerato, partecipato o incoraggiato tale comportamento è ripugnante». La situazione è grave, anche qui.
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