«Il reddito di cittadinanza? È una cazzata». Basta una battuta a uno scatenato Flavio Briatore per liquidare la norma simbolo del governo gialloverde. L'imprenditore del lusso gioca in casa e strappa applausi e risate alla platea della 69esima assemblea di Federalberghi a Capri. Soprattutto quando dice che «chi fa impresa nel turismo in questo Paese è un eroe», perché «l'Italia è un Paese comunista che vorrebbe tutti sfigati, un Paese dove vince la gelosia per i ricchi».
Per noi resta l'uomo della Costa Smeralda, ma il suo gruppo ormai ha investimenti più importanti a Londra, a Montecarlo e a Dubai. «Tra una settimana - racconta - noi e un altro gruppo apriamo due nuove spiagge a Monaco per spingere gli yacht ad allungare i tempi di permanenza. Da noi abbiamo perle come Capri e la Sardegna, dove l'ex governatore Soru ha fatto un ottimo lavoro, ma a favore della Corsica, ha fatto scappare via tutte le barche». Perché investire all'estero e non in Italia?: «Perché a Monaco ci sono i presupposti per fare bene business, essendo rispettati, pagando il giusto, avendo le infrastrutture». Briatore batte molto anche sull'assenza di porti turistici e la lentezza delle procedure aeroportuali. Gli albergatori apprezzano, glissando sui dati un po' approssimati con cui condisce le sue tesi. «L'altra settimana gli aerei che arrivano da fuori Europa - racconta Briatore - aspettavano due ore per timbrare il passaporto. Se parti così ad accogliere chi arriva dopo un volo di 12 ore... A Napoli sono atterrato poi mi hanno fatto spostare il mio jet a Roma perché non c'era posto. Se vuoi i turisti ricchi devi dargli un'accoglienza adeguata. Ma qui se crei corsie preferenziali e qualcuno passa avanti, tutti si arrabbiano perché è un Paese che non ama i ricchi. Bisogna farla finita con il parlare di turismo da ricchi, bisogna parlare di chi spende, perché un ricco che non spende è come un povero». La massima riscuote risate e applausi, anche se Briatore ne ha pure per gli albergatori: «Se vuoi fare turismo di lusso servono investimenti e personale capace - spiega - invece a Roma vado da anni nello stesso hotel e all'inizio dicevo che figata queste camere, oggi vedo che sono sempre uguali mentre tutto il mondo è cambiato».
Ma è sulle politiche per il lavoro che Briatore incontra di più il mood degli albergatori riuniti a Capri. La bocciatura secca del reddito di cittadinanza, l'idea di un Paese «che vive solo di sussistenze senza avere i soldi per pagarle: voglio vedere chi lo prenderà davvero questo reddito», quando «ha delle perle come Capri e la Sardegna» e i lavoratori «che sono i migliori, se sono formati». «Il reddito di cittadinanza è una cazzata - attacca Briatore - i ragazzi vogliono lavorare, noi ne abbiamo presi tanti bravissimi dal sud, ma quando proponiamo loro di tornarci a far qualcosa, dicono di no». E con chi ce l'abbia lo rende chiaro con un'altra battuta: «Del resto noi abbiamo un ministro del Lavoro che come primo lavoro ha fatto il ministro».
Briatore denuncia poi il cuneo fiscale impossibile («un dipendente a cui dai mille euro costa all'azienda 2.500-3.000 euro») e pare riecheggiare la relazione del presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, che chiede al governo di intervenire sul costo del lavoro e sulla pressione fiscale: «Bene l'ipotesi di ridurre la progressività andando verso la flat tax, malissimo se si pensa di finanziarla alzando l'Iva, che deprimerebbe i consumi».
Bocca ricorda anche il pasticcio sui voucher ammessi per aziende fino a 8 dipendenti: «Cioè nessuno qui all'assemblea di Federalberghi». «Per me è stata una sconfitta», ammette il ministro Gian Marco Centinaio, ospite dell'assemblea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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