A Brindisi 400 operatori non si vaccinano. La Asl: "In ferie forzate o cambino lavoro"

I dati Agenas: in tutta Italia sono 35mila i sanitari che rifiutano il siero

A Brindisi 400 operatori non si vaccinano. La Asl: "In ferie forzate o cambino lavoro"

Ferie forzate e provvedimenti disciplinari in arrivo per i medici no-vax a Brindisi. Il direttore generale della Asl, Giuseppe Pasqualone, ha deciso di usare il pugno di ferro con i sanitari, che non vogliono vaccinarsi contro il Covid e già nelle prossime ore potrebbero partire le prime lettere di sospensione dal servizio.

Anche nella Asl di Lecce si stanno valutando i provvedimenti da adottare per i circa 200 camici bianchi, che non vogliono immunizzarsi. La questione resta complicata, perché da una parte c'è il diritto all'autodeterminazione terapeutica e dall'altra chi ritiene che questa passi in secondo piano rispetto alla tutela dell'interesse collettivo, che è quello di rendere reparti e corsie di cliniche, Rsa e ospedali Covid free. Pasqualone dal canto suo non ha dubbi. «Ho preso una posizione fortissima e continuerò ad andare avanti - dichiara . All'Utic dell'ospedale di Francavilla Fontana tre cardiologi su sei non si vogliono vaccinare e mi obbligano, in teoria, a chiudere subito il reparto. Ho incaricato il direttore sanitario di ricorrere ai medici del Perrino, anche se chiedere il sacrificio ad altri, pure loro in carenza di personale, non è una cosa bella. A chi dice di metterli dietro una scrivania, rispondo che è meglio mandarli a casa. La libertà di non vaccinarsi è fatta salva, ma è incompatibile con il diritto del cittadino di non contagiarsi. Chi non si vuole vaccinare deve trovare un altro lavoro». Nella Asl il primo bilancio parlava di 400 dipendenti no-vax. «Ho già preso un provvedimento di ferie forzate, perché se domani qualcuno contagia o si contagia, scoppia un guaio serio - dice il manager -. Inoltre, ho già avviato i provvedimenti disciplinari per i primi che si sono dichiarati non disponibili alla vaccinazione». Ma la situazione potrebbe inasprirsi, perché in molti per non consumare le ferie, si stanno mettendo in malattia. Ed è evidente che la questione va risolta rapidamente.

In queste ore il governo è già al lavoro per preparare un decreto che impone l'obbligo della profilassi per quegli operatori sanitari che lavorano a stretto contatto con i malati o, nel caso di rifiuto, l'eventuale cambio di mansioni. Il provvedimento potrebbe includere anche lo scudo penale per medici e infermieri impegnati nelle somministrazioni e l'ampliamento degli indennizzi per chi, a seguito del vaccino, subisce lesioni permanenti. A oggi secondo l'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) la campagna di immunizzazione ha interessato il 96,5 per cento degli operatori sanitari che lavorano nel pubblico e nel privato, ma in 35mila non hanno ancora ottenuto la copertura anti-Covid e tra questi c'è la grossa fetta dei no-vax, che lavorano spesso nelle Rsa.

I sindacati dei medici snocciolano cifre differenti evidenziando solo un due per cento di mancate adesioni tra i medici, pari a circa 2 mila persone su 114 mila, e di qualche centinaio di infermieri su 255mila lavoratori. Ma i numeri restano ancora troppo alti per scongiurare il rischio che i no-vax trasformino gli ospedali in bombe a orologeria.

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