Quel che più preoccupa di Matteo Renzi, del suo governo e di personaggi come Federica Mogherini catapultati ai vertici dell'euroburocrazia è l'indifferenza di fronte ad eventi potenzialmente assai gravi per l'Italia. Un'indifferenza che inevitabilmente finisce con il giustificare le noncuranza degli altri partner europei. Ai confini nord-orientali sta per esplodere un autentica bomba. Una bomba che minaccia di far tracimare verso l'Italia i cinquantamila profughi affluiti in Slovenia in quest'ultima settimana nella convinzione di poter, da lì, raggiungere l'Austria e la Germania. La bomba è nascosta tra le carte del vertice convocato oggi a Bruxelles dal Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. Un vertice da cui - probabilmente non a caso - è stata esclusa preventivamente l'Italia e a cui parteciperanno Austria e Germania assieme a tutti i Paesi balcanici, incluse quella Macedonia e quella Serbia non ancora parte dell'Unione Europea. Stando alle bozze programmatiche uscite ieri sera il vertice servirà a ribadire il principio per cui «un Paese può rifiutare l'ingresso a un migrante che, al posto di frontiera, non conferma l'intenzione di fare domanda di protezione internazionale».
Detto in soldoni le frontiere di Austria e Germania verranno sigillate per consentire a Frontex, l'agenzia dell'Unione responsabile delle frontiere europee, d'identificare tutti gli aventi diritto all'asilo. Stando alla bozza chi non ha diritto all'asilo dovrebbe, in teoria, venir rimpatriato sempre grazie a Frontex. Scriviamo «in teoria» perché Frontex, in virtù di organici ridotti all'osso, di fondi risicati e della generalizzata inettitudine tipica di tutti pachidermi burocratici «made in Bruxelles» non è mai riuscita ad esercitare, tanto per fare un esempio, alcun controllo sui migranti provenienti dalla Libia. Sulla base di questi precedenti è facile prevedere cosa potrà succedere da lunedì al confine austriaco e tedesco. A bloccare la frontiera ci penseranno con metodologia teutonica i gendarmi di Vienna e Berlino. Nel frattempo il carrozzone Frontex incomincerà con i suoi ritmi ad avviare le procedure d'identificazione. Il risultato a quel punto sarà scontato. I profughi bloccati in Slovenia senza i requisiti per procedere, probabilmente la maggioranza, cercheranno di aggirare l'ostacolo. E la via più naturale sarà quella d'imboccare i benevoli confini dell'Italia dove sanno che nessuno si darà troppo da fare per fermarli. Così mentre i migranti di serie A (siriani ed eritrei) attenderanno in buon ordine di venir ammessi in Austria e Germania, una massa di migranti di serie B premerà alle frontiere di Trieste, Gorizia e Tarvisio nella speranza di poter raggiungere dall'Italia valichi più sicuri. E visto che nessuno dei migranti senza i titoli per l'asilo resterà in Slovenia ad attendere un probabile rimpatrio l'Italia si ritroverà a dover gestire qualche decina di migliaia di «irregolari» respinti da tutto il resto d'Europa.
Capire che dietro il mancato invito all'Italia si nascondeva un trappolone non era difficile. Oltre a rappresentare una delle frontiere con i Balcani, il nostro Paese ha giocato in passato un ruolo precipuo in tutta quell'area. L'esclusione, dunque, non poteva che essere sospetta. Ma purtroppo chi dovrebbe preoccuparsene non sembra aver la capacità o l'interesse di farsi sentire.
E infatti mentre a Bruxelles si assumono decisioni che rischiamo di avere ripercussioni gravissime per i nostri confini nord-orientali Matteo Renzi recita Neruda a Santiago del Cile, la compatriota Federica Mogherini usa la poltrona di Alto Commissariato dell'Unione Europea per celebrare via twitter i 70 anni della carta dell'Onu e il ministro degli esteri Paolo Gentiloni è in Giordania. Perché tanto lassù, a nord-est «tutto va ben madama la marchesa...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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