Bruxelles grazia l'Italia: "Nessuna procedura". Ma il conto è solo rinviato

Tria festeggia: «Una bella giornata». Piazza Affari vola. L'esame si sposta sulla manovra

Bruxelles grazia l'Italia: "Nessuna procedura". Ma il conto è solo rinviato

Nessuna procedura di infrazione contro l'Italia. Ma i conti con l'Europa li dovremo comunque fare in autunno, quando si tratterà di decidere la legge di Bilancio 2020. Compito del quale il ministro dell'Economia Giovanni Tria diventa il vero garante,

Ieri è arrivata l'attesa assoluzione di Bruxelles sui conti del 2019. La Commissione Ue ha valutato positivamente la misure presentate dal governo italiano e ha ufficialmente suggerito al Consiglio europeo di non aprire la procedura di infrazione per debito eccessivo. Passaggio formale che prelude a una assoluzione con formula piena.

«Una bella giornata per l'Italia», ha commentato il ministro dell'Economia Giovanni Tria. Anche i mercati hanno festeggiato, con la Borsa che ha chiuso ai massimi da aprile a più 2,4, trainata dai titoli bancari (Intesa Sanpaolo e Unicredit sono saliti rispettivamente del 5,08 e del 5,57%, mentre Ubi e Banco Bpm hanno chiuso con un aumento di oltre il 6,5%).

In sintesi, la lettera registra le nuove cifre comunicate dal ministro dell'Economia. L'aggiustamento di bilancio da 7,6 miliardi di euro e il ritorno ad un rapporto deficit Pil al 2,04% dei patti sottoscritti da Tria con la commissione a dicembre. Poi il miglioramento del deficit strutturale dello 0,2%, che rende l'Italia «ampiamente adempiente» rispetto agli sforzi richiesti nel 2019.

La Commissione fa un riferimento esplicito anche alla legge di Bilancio 2020, ma in termini meno perentori rispetto alle attese.

L'esecutivo europeo spiega di avere registrato l'impegno del governo italiano sugli aumenti Iva, che saranno rimpiazzati da altre misure «inclusa la spending review e una revisione delle tax expenditures». In sostanza diventa ufficiale una sfoltita al groviglio di agevolazioni fiscali stratificate negli anni, che valgono circa 140 miliardi. Fino ad oggi nessun governo è riuscito ad aggredirle.

Impegno che innesca un problema politico. Le tax expenditures in teoria servirebbero a coprire la flat tax o il taglio del cuneo, nuove misure di bandiera di Lega e M5s.

Su questo la Commissione non intende fare sconti, ha sottolineato ieri il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. «Gli impegni sul 2020 dovranno essere precisi e rispettati. Non è la fine della storia e questo dossier passerà alla prossima Commissione».

Il ministro dell'Economia è fiducioso e ieri ha prima commentato il via libera ai suoi conti sostenendo che il governo «è stato premiato due volte: dall'accordo con la Commissione europea e, ancora più importante, dalla reazione estremamente positiva dei mercati».

Poi firmando una lettera insieme a Conte di risposta alla Commissione, nella quale si prendono impegni precisi per il 2020: «Un ampio rispetto del Patto di stabilità e crescita». Quindi, nessuna spesa in deficit nella prossima legge di Bilancio.

La novità è la previsione (che sa molto di impegno) sulle spese per Quota 100 e Reddito di cittadinanza. Fondamentali per fare quadrare i conti del 2019, anche nel 2019 comporteranno spese «inferiori rispetto alle stime di budget anche nel 2020». In sostanza si preannuncia un altro taglio al fondo per le due misure bandiera di Lega e M5s.

Una scelta politica della

quale il ministro Tria si prende la responsabilità. Unico garante dei rapporti tra Unione europea e governo italiano. Quindi, parafulmine di tutte le tensioni politiche che comporterà il rispetto dei patti con Bruxelles.

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