Prove di intesa sui conti del 2019, buio fitto su quelli del 2020. In sincronia con i primi spiragli nella trattativa per il prossimo presidente della Commissione europea (la convergenza su Ursula von der Leyen, ministro tedesco della Cdu gradito anche a Roma) l'esecutivo europeo uscente ha favorito una soluzione positiva sulla procedura di infrazione contro l'Italia.
Ieri alla riunione dei direttori generali dei ministeri finanziari dell'Ue è prevalsa una posizione morbida. Probabile quindi un via libera ai nuovi conti forniti dal governo italiano. In sintesi nell'assestamento di bilancio votato al consiglio dei ministri di lunedì c'è una riduzione dell'indebitamento netto da 7,6 miliardi, compreso il miliardo e mezzo di risorse congelate del Reddito di cittadinanza e di Quota 100.
Il tutto per raggiungere un rapporto deficit Pil del 2,04%, come concordato a dicembre dal ministro dell'Economia Giovanni Tria con la Commissione europea.
Il primo via libera ai conti di Tria è in realtà arrivato ufficiosamente lunedì stesso dal presidente della Commissione uscente Jean Claude Juncker e dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. L'intesa politica sulla Commissione ha favorito un atteggiamento più possibilista anche da parte dei paesi europei. Quindi la riunione del collegio dei ministri finanziari che si terrà oggi dovrebbe approvare le nuove stime italiane. Niente procedura di infrazione, ma solo per i conti dell'anno in corso.
Sul 2020 la partita resta totalmente aperta. Il ministro dell'Economia ha confermato il rispetto dei vincoli di bilancio nel 2020. Tradotto, ha commentato l'ex viceministro dell'Economia Enrico Zanetti, «significa impegnarsi a sterilizzare l'aumento Iva senza fare un euro di deficit aggiuntivo: impossibile. La flat tax non esiste». Con 23 miliardi di aumenti Iva da disinnescare, impossibile fare altro.
I due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio «scaricano il barile su Tria», ha commentato Renato Brunetta di Forza Italia.
I nodi politici sono tutti da sciogliere. Ieri lo stesso Di Maio ha confermato che la prossima legge di Bilancio prevederà un taglio al cuneo fiscale e il salario minimo. Misure sgradite alla Lega. Il fisco sarà il tema chiave della prossima manovra. E si conferma il principale freno alla competitività dell'economia italiana. E il presidente Antitrust, Roberto Rustichelli, ha denunciato il «dumping fiscale che ha trasformato alcuni Paesi europei in veri e propri paradisi fiscali» e danneggia in particolare l'Italia. «L'Italia attira investimenti esteri diretti pari al 19% del Pil; il Lussemburgo pari a oltre il 5.760%», ha osservato. Il danno economico per l'Italia (paese con un fisco pesante e complesso) arriva a circa 8 miliardi di euro all'anno, secondo l'Antitrust. Rustichelli ha criticato Fca.
Il trasferimento della sede fiscale a Londra ha causato per l'Italia un «rilevante danno economico». Tesi che Fca ha a suo tempo già respinto, sostenendo che il nuovo assetto societario non modifica gli impegni del gruppo con il fisco italiano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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