Bruxelles inguaia Conte. "Nessun piano da Roma"

L'accordo sul Fondo per la ripresa dell'economia europea colpita dallo shock della pandemia resta lontano. Oggi i leader dei 27 Paesi dell'Ue si riuniranno in videoconferenza per trovare un punto di equilibrio

Bruxelles inguaia Conte. "Nessun piano da Roma"

L'accordo sul Fondo per la ripresa dell'economia europea colpita dallo shock della pandemia resta lontano. Oggi i leader dei 27 Paesi dell'Ue si riuniranno in videoconferenza per trovare un punto di equilibrio. Ma la sensazione che trapela alla vigilia del Consiglio europeo è che si vada verso la fumata nera. L'ennesima. E che la riunione si concluda con la richiesta alla commissione Ue (che si riunirà il 29 aprile) di elaborare una proposta. Rinviando, dunque, la decisione finale al Consiglio europeo di giugno. Ancora melina. Senza uno sbocco alle trattative. Conte studia le mosse per convincere i leader europei (soprattutto i Paesi del nord) sulla bontà della proposta sul recovery fund. Ma la vigilia dell'importante vertice europeo è scossa da un giallo: dal governo italiano non è arrivato alcuna proposta.

La portavoce della Commissione, Marta Wieczorek, rispondendo a una domanda di un giornalista sulla proposta di creare un European Pandemic Support Scheme per emettere bond grazie al bilancio Ue, gela l'Italia: «Abbiamo visto gli articoli di stampa, ma dopo una verifica rapida non penso che abbiamo ricevuto nulla di concreto su un documento. È legittimo che gli Stati membri presentino le loro idee per discuterle con i leader nel vertice per teleconferenza: la proposta italiana va vista nell'ambito del dibattito del Consiglio europeo». La commissione europea non ha ricevuto alcun piano scritto da parte dell'esecutivo italiano. Eppure, nell'informativa alle Camere, il presidente della Consiglio aveva rassicurato tutti di aver consegnato ai leader dell'Ue la proposta italiana sul Recovery Fund. Chi mente? Conte teme l'isolamento nello scontro con i Paesi del nord nel Consiglio europeo. E starebbe tentando un'ultima mediazione. Anche perché dal fronte dem cresce il pressing per dare il via libera al Mes. In questa direzione va inquadrato il mini-vertice che si è tenuto lunedì tra il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel i premier Giuseppe Conte, Pedro Sanchez (Spagna), Emmanuel Macron (Francia), Mark Rutte (Olanda), e Angela Merkel (Germania). Obiettivo della riunione ristretta sarebbe stato quello di allentare le tensioni tra Nord e Sud dell'Ue, cercando di avvicinare le posizioni in vista della videoconferenza di oggi. Secondo fonti Ue, la discussione è stata costruttiva. E già il fatto che tutti abbiano partecipato è un segnale di disgelo: due settimane prima il tentativo era fallito. La frattura che continua a dividere il fronte sud dell'Europa, Italia e Spagna in testa, dai «rigoristi» del nord, resta principalmente quella della mutualizzazione del debito. «I paesi del Sud hanno l'impressione che alcuni Stati oggi più forti dal punto di vista economico, useranno questa crisi per esserlo ancora di più.

E quelli del Nord pensano che i loro vicini del Sud trarranno vantaggio dalla pandemia per lasciare loro il peso del debito del passato», spiega all'Agi un alto funzionario europeo sottolineando appunto che proprio «la mutualizzazione del debito rimane controversa e non c'è consenso al momento». Tuttavia non c'è intesa nemmeno sulla dimensione del Fondo. Si ipotizza una «potenza di fuoco» tra i 1000 e i 1500 miliardi di euro, ma una certezza ancora non c'è.

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