
Una controffensiva da 100 miliardi di dollari, messa nero su bianco. Questa la carta che l'Ue intende giocare sul tavolo euro-americano dei dazi, prendendo di mira soprattutto alcolici, aerei e auto, proprio mentre Donald Trump annuncia di voler «raggiungere un accordo con l'Europa anche se ci trattano ingiustamente» (e ha poi aggiunto: «Spero di incontrare il presidente von der Leyen»).
Una rappresaglia che, pur nell'impegno diretto verso soluzioni negoziate con gli Stati Uniti, resta sul tavolo come opzione. «Continuiamo a prepararci a tutte le possibilità e la consultazione avviata ci aiuterà a orientarci in questo lavoro necessario», ha annunciato il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aggiungendo che i dazi stanno già avendo un impatto negativo sulle economie globali. È questo il frutto dell'audit pubblico deciso ieri dalla Commissione su un paniere di prodotti a stelle e strisce, potenzialmente destinatari dei controdazi europei. Accanto a ciò Bruxelles darà il via ad una procedura di risoluzione delle controversie nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio sulle autovetture e componenti per auto. Von der Leyen precisa che raggiungere accordi vantaggiosi per i consumatori e per le imprese su entrambe le sponde dell'Atlantico è possibile, ma al contempo prepara il piano B. «Siamo chiari: le tariffe sono tasse sui cittadini e sulle imprese. Fanno aumentare i prezzi. Creano incertezza. E puniscono gli alleati Non dobbiamo rispondere al protezionismo con il protezionismo Ma l'Unione europea deve agire con forza per proteggere i propri interessi, le proprie industrie ei propri lavoratori», ha aggiunto il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, intervenendo ieri all'Istituto universitario europeo di Fiesole, aggiungendo che lo sforzo da mettere in campo adesso è «riaffermare che l'Unione europea è il luogo più attraente per le menti brillanti di tutto il mondo».
Sparge acqua sul fuoco il titolare della Farnesina Antonio Tajani, secondo cui le liste si preparano perché «bisogna essere sempre pronti, ma ciò che ha detto Trump l'altro giorno sui dazi al nuovo leader canadese e l'accordo raggiunto con la Gran Bretagna ci fanno ben sperare sulla possibilità di trovare un accordo anche con l'Europa, poi se non si trova è ovvio che ci saranno dazi e contro dazi, ma deve essere secondo me l'ultima ipotesi da seguire». La prospettiva per il ministro degli esteri italiano deve essere quella di un unico grande mercato che gravita tra Europa, Canada, Stati Uniti, con 0 tariffe da una parte e 0 tariffe dall'altra. «Non sarà facile spiega - però dobbiamo sempre lavorare avendo degli obiettivi ambiziosi».
Contrari all'inserimento del vino e del whisky americano nella lista dei contro-dazi europei l'Unione italiana vini, secondo cui la disparità del rischio «appare piuttosto eloquente», visto che l'export di vino europeo verso gli Usa vale quasi 5 miliardi di euro l'anno di cui 2 miliardi per l'Italia, quello proveniente da oltreoceano arriva ad appena a 318 milioni di euro.
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