Un buco nell'acqua il satellite cinese

Dopo giorni di allarmi in tutto il mondo i resti di Tiangong precipitano nel Pacifico

Un buco nell'acqua il satellite cinese

Alla fine, è andata bene. La stazione spaziale cinese non è caduta sulla testa di nessuno. Nella notte tra l'1 e il 2 aprile, è andata a finire nell'Oceano Pacifico. Si è scritto molto di Tiangong 1, ne hanno parlato telegiornali e giornali. E anche se questo rientro non era controllato, la stazione è andata a finire esattamente nel luogo dove di solito avvengono i rientri controllati degli oggetti spaziali. Chi ha avuto paura, può tirare un sospiro di sollievo.

Il primo modulo della stazione spaziale cinese, diventato famoso in tutto il mondo, ha concluso la sua corsa. L'impatto è avvenuto alle 2.16, ora italiana. Diverse variabili hanno influito sulla velocità del viaggio finale: due di queste variabili includono il condizionamento che l'attività solare ha sulla nostra atmosfera e il fatto che la stazione aveva iniziato a «tombolare», ovvero a ruotare velocemente su se stessa. Nonostante i timori, già si sapeva che la possibilità che andasse a impattare contro l'atmosfera sopra l'Italia era un evento remoto: 0,2% di probabilità. L'area prevista per l'impatto aveva cominciato a restringersi già nella mattina di Pasqua.

E solamente nella tarda serata di Pasqua era stata esclusa la possibilità che la stazione potesse impattare contro l'atmosfera sopra il nostro Paese. Inizialmente, erano state escluse le zone di centro e nord America, parte della Nuova Zelanda, la maggior parte dell'Australia e il Madagascar. Successivamente, erano state escluse anche Africa sud orientale, Indocina e India. Nonostante l'Italia centro meridionale continuasse a rientrare nelle previsioni, le probabilità che i detriti spaziali andassero a finire sulle nostre italiche teste erano sempre molto basse.

Nella tarda serata di domenica, l'Italia era stata esclusa dalle previsioni del Joint Space Operation Center del comando strategico Usa e la zona di impatto più probabile era diventata un'area nell'Atlantico meridionale. Il tragitto della stazione era incontrollato, ma monitorato (a osservare lo spazio c'erano 15 agenzie spaziali). L'orario esatto di rientro era difficile da stimare e le previsioni continuavano a far slittare i tempi dell'impatto.

A dispetto di quanto si pensava, tutto è andato bene. Il primo modulo della stazione spaziale cinese ha concluso il suo mandato dopo 2375 giorni e 21 ore nello spazio.

Ora sappiamo che siamo salvi e che non ci sono stati danni. Il monitoraggio del rientro di Tiangong 1 servirà a studiare i futuri rientri spaziali.

Neanche un frammento bruciacchiato sui tetti delle nostre case. Tutto è andato per il meglio. Ottimo, no?

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