Politica

"Buffone e fascista", ma Salvini contrattacca: "Moscerini rossi"

Il ministro è stato fischiato a Catanzaro da manifestanti di sinistra. Ma ha risposto per le rime: "Le minacce non mi fanno paura"

Salvini a Catanzaro
Salvini a Catanzaro

Cori, fischi e la solita “Bella ciao”. I movimenti di sinistra, ancora una volta, hanno indossato gli elmetti dei disturbatori per rovinare il comizio di Matteo Salvini a Catanzaro. I manifestanti hanno urlato “buffone” e “fascista” al ministro dell'Interno, che ha contrattaccato subito con decisione: "Sento delle zanzare, dei moscerini rossi. Andate a trovare Oliverio (il presidente pd della Regione, ndr), chi si somiglia si piglia. Le minacce non mi fanno paura. Mi fanno paura l'ignoranza e la maleducazione".
I manifestanti – la gran parte dei quali esponenti di Rifondazione comunista, Potere al popolo e Anpi – hanno partecipato a un sit-in per protestare contro le politiche di Salvini. Il presidio si è svolto a poche centinaia di metri dalla bindatissima piazza Prefettura, dove Salvini teneva il comizio.

Alcuni manifestanti sono comunque riusciti a passare e a contestare pesantemente il vicepremier. Sempre a Catanzaro, in un edificio della zona nord, alcuni residenti hanno esposto lenzuola ai balconi con scritte di contestazione – “Non in mio nome”, “la Lega una vergogna” – rivolte al ministro.

Salvini, dal palco, ha lanciato la volata della Lega alle prossime elezioni: "O questa Europa la salviamo in fretta o ai nostri figli lasciamo uno Stato islamico fondato sulla povertà e sulla disoccupazione. E quindi o adesso o mai più". Poi un passaggio ancora più duro: “Troppo facile dire italiani spaghetti, mafia, pizza e mandolino. Col ca..., glielo facciamo vedere il 26 maggio chi sono gli italiani. Mandateci in Europa e la ribaltiamo, mettendo al centro il diritto al lavoro, alla vita, alla salute ed anche i valori, restituendo dignità a parole che la sinistra voleva cancellare e sono le più belle del mondo: mamma e papà".

Salvini ha anche avuto modo di spegnere le polemiche con il premier Conte che, in un'intervista a El Pais, aveva affermato che la leadership del vicepremier leghista sul governo è solo “un'illusione ottica”. "Lui – ha spiegato Salvini – è il presidente del Consiglio ci mancherebbe altro. Io mi occupo di ordine pubblico, lui fa il presidente del Consiglio".

Un passaggio il ministro dell'Interno lo ha dedicato all'esclusione della casa editrice Altaforte dal Salone del libro di Torino: "Chi brucia i libri, strappa i libri o censura i libri non dimostra democrazia. Un libro può piacere o no, un'idea può piacere o no, però ci riporta a un passato brutto, quello della censura. Voglio vivere in un Paese libero".
Il tour calabrese di Salvini è iniziato questa mattina a Platì, nel cuore dell'Aspromonte, dove il vicepremier ha consegnato un bene confiscato alla 'ndrangheta e inaugurato una via.
Il ministro ha assicurato che la Lega, per la prima volta nella sua storia, sarà presente con il proprio simbolo alle Regionali calabresi, in programma tra meno di un anno: “Come Lega siamo pronti. Non chiedetemi nomi e cognomi. C'è tantissima gente che si sta mettendo a disposizione, sceglieremo i migliori”.

Salvini non ha però voluto commentare l'ultima inchiesta della Procura di Catanzaro, che riguarda appalti e corruzione, nella quale è coinvolto anche il governatore calabrese del Pd, Mario Oliverio. "Non fatemi commentare le inchieste della magistratura, comprese quelle in Calabria. Commento, però – ha detto il leader della Lega -, l'incapacità amministrativa che lascia indietro la Calabria rispetto a tante altre regioni d'Italia in termini di infrastrutture e di sanità. Siamo stati costretti a commissariare intere aziende sanitarie. Inoltre, non ci sono servizi ma incredibili liste d'attesa, ospedali chiusi e medici che mancano.

Evidentemente c'è una gestione fallimentare che, al di là di responsabilità penali che non sta a me giudicare perchè non conosco le carte e non le commento, mi inducono pensare che la Regione Calabria è amministrata male".

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