Cronache

Il buonismo dai frutti avvelenati

Sei accoltellati a Milano in sei diversi episodi, tra le 3 e le 5 del mattino

Il buonismo dai frutti avvelenati

Sei accoltellati a Milano in sei diversi episodi, tra le 3 e le 5 del mattino. Due ragazzini di 14 anni rapinati di scarpe e casse in pieno centro da otto nordafricani diciottenni pregiudicati e le manette a un marocchino sospettato di aver ucciso a coltellate un uomo dopo una lite in discoteca. Non il normale mattinale di polizia di un fine settimana, ma la dimostrazione che a Milano la città è ormai fuori controllo. Impossibile minimizzare ancora, come hanno tentato di fare il centrosinistra e il suo sindaco Giuseppe Sala anche dopo i terribili episodi di Capodanno, il cui bilancio finale stilato da Repubblica e non da giornali avversi, parla di «cinque assalti, dieci ragazze violentate, due diversi branchi di extracomunitari e molti emulatori». La Caporetto di una sinistra purtroppo da troppi anni al timone della città e che come da Dna ha ignorato i problemi, declassando gli allarmi dei residenti a razzismo da campagna elettorale. E così il conto è arrivato e a pagarlo sono ragazzini rapinati, ragazze stuprate e cittadini indifesi di fronte a una criminalità di strada finita in mano a seconde generazioni di immigrati che spadroneggiano ormai senza nessun freno. Con arroganza, violenza e dispregio della legge e di qualunque norma sociale che li rendono ormai pericolosissimi. Ben altra cosa rispetto ai genitori che erano arrivati in cerca di un posto di lavoro e che nella maggior parte dei casi trovavano in un'educazione familiare, religiosa e anche delle nazioni da cui provenivano le regole per partecipare a una convivenza comunque civile nel Paese che li ospitava. A produrre un mix letale nei loro figli, sono stati invece i ghetti nei quali sono stati costretti a vivere, l'assenza di qualunque rispetto per la legge e il loro prossimo, il modello di una ricchezza solo materiale invidiata e loro negata fatta di auto di lusso, orologi d'oro, droga a disposizione e donne da trattare come oggetti di piacere. Il perfetto decalogo di rapper violenti che sono diventati non solo gli idoli, ma anche gli aggregatori di pericolose gang di violenti e stupratori. Nulla di diverso da quanto succedeva anni fa nelle banlieu di Parigi, Bruxelles o Stoccolma ostaggio delle seconde generazioni. Ma a sinistra non leggono la storia.

E nemmeno i giornali.

Commenti