Buzzi show a Radio Radicale "Senza corruzione non lavori"
21 Giugno 2020 - 17:00"Sono stato dipinto come il grande corruttore, ma le persone non le ho corrotte, erano corrotte di loro...." A parlare è l'ex re delle coop rosse romane caduto nella polvere con l'inchiesta Mafia Capitale, Salvatore Buzzi.
«Sono stato dipinto come il grande corruttore, ma le persone non le ho corrotte, erano corrotte di loro.... A parlare è l'ex re delle coop rosse romane caduto nella polvere con l'inchiesta Mafia Capitale, Salvatore Buzzi. Mandato ai domiciliari nel dicembre scorso perché anche per lui, come per Massimo Carminati, è caduta l'aggravante mafia per cui era stato condannato inizialmente (e anche lui aspetta ora il nuovo processo per la rideterminazione della pena), Buzzi ha partecipato ieri a un dibattito a Radio Radicale organizzato dall'associazione Nessuno tocchi Caino. «Tutti - ha spiegato rivendicando la bontà del suo operato, visto che gli vengono contestate tangenti per 65mila euro su un fatturato di 180 milioni - mi chiedevano soldi, favori, assunzioni: è la realtà imprenditoriale a Roma, lo abbiamo visto con Parnasi, lo vedremo successivamente con qualche altro disgraziato, ma un imprenditore che fa impresa a Roma, nei servizi con il Comune di Roma si ritrova con persone da assumere, manifestazioni da sponsorizzare e poi se tutto diventa corruzione...». Buzzi ha anche smentito la celebre intercettazione in cui diceva che col business del migranti si guadagnava più che con la droga: «È un falso, è stata montata ad arte. È un'intercettazione ambientale che dice ben altro. C'è stato un attacco alla cooperazione sociale mettendo in bocca anche frasi non volute. In relazione alle intercettazioni ambientali che colpiscono oggi i magistrati, con le chat di Palamara, con il trojan, dicono che tra amici si dicono delle cose. E noi? Noi non possiamo dire stupidaggini?».
Infine, il complotto politico: «Tutta questa storia di Mafia Capitale che ha consentito la desertificazione della cooperazione sociale a Roma e alla Raggi di diventare sindaco, è stata un'operazione fatta a tavolino per colpire alcune parti politiche».
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