Roma - Berlusconi mostra i muscoli: incorona Bertolaso come candidato, esclude le primarie ma apre alle «gazebarie», sorta di referendum sul candidato, non solo di Roma ma anche delle altre città. Una scialuppa di salvataggio per Salvini che chiedeva in ogni caso di coinvolgere i cittadini. L'accordo viene raggiunto dopo estenuanti trattative con gli alleati, durate tutta la giornata. Già all'arrivo il Cavaliere boccia le primarie tradizionali: «Sapete che non ci ho mai creduto», dice scendendo dall'auto appena arrivato all'Ergife al convegno organizzato da Antonio Tajani, assieme alla compagna Francesca Pascale.Poi, in sala, ribadisce: «Sono una ridicolaggine assoluta; si possono manomettere facilmente». Tuttavia un passaggio di consultazione ci sarà. Alla fine del discorso, infatti, rivela: «Gli alleati sono d'accordo. Metteremo cento gazebo a Roma per permettere ai cittadini di esprimersi su Bertolaso e sulle prime cose da fare nei primi cento giorni. Lo faremo il prossimo 19/20 marzo. È così faremo anche nelle altre città». Consultazioni più politico-programmatiche che altro. Nel senso che le schede saranno una sorta di referendum «sì» o «no» al candidato indicato ma non presenteranno i nomi degli altri concorrenti (Marchini, Storace, Pivetti). «Bertolaso candidato solo se scelto dai cittadini», puntualizza Salvini. Poi, qualora le consultazioni fossero un flop, come extrema ratio, sarebbe pronta la carta Meloni.Berlusconi parla di «Roma caput mundi. Il degrado lo conoscete tutti. Bisognava trovare qualcuno di grandi capacità gestionali e amministrative. Nel 2008 ho conosciuto questo signore che ha detto di non aver mai votato Fi. Dice la verità perché non è un politico ma un campione del fare». Il modello è l'ex sindaco di New York Rudolph Giuliani: «Tolleranza zero nei confronti del degrado e dell'illegalità». Quindi parla dei difensori del voto e della battaglia per convincere la grande massa degli astenuti. È lucido e in gran forma, il Cavaliere.
Per le amministrative, sul candidato, non arretra di un millimetro e racconta: «Il sindaco di Roma sarà Bertolaso. Tempo fa Fi, FdI e Lega hanno chiesto a Bertolaso di candidarsi. Decisione sofferta perché Guido aveva altri progetti. È andato ad Haiti e in Africa a curare i bambini. Io l'ho tirato via da là. C'è voluto tempo e buona volontà. Ma poi, siccome ama Roma, non è riuscito a dirci di no e s'è messo a lavorare 14 ore al giorno».Quindi c'è il passaggio alla politica nazionale: «Dovremmo essere tutti insieme in piazza a protestare e chiedere le elezioni perché questo governo è contro la volontà del popolo». Indica la road map per abbatterlo: «Le elezioni amministrative e il referendum sulla riforma costituzionale; riforma che è una porcata incredibile». In più: «Dopo ci saranno le elezioni politiche. E sono convinto che il referendum lo vinciamo noi».La scelta della linea poggia su due premesse. In primis la saldatura dell'asse con la Meloni. In secundis gli ultimi sondaggi che parlano di un possibile ballottaggio centrosinistra-centrodestra. Quanto al primo punto pare che la leader di Fratelli d'Italia abbia tenuto rovente la linea proprio con l'ex capo della protezione civile. Bertolaso, proprio nell'ufficio della Meloni: «Io, qui, posso andare avanti anche senza il Carroccio ma senza di te, no». E lei: «Siamo con te senza se e senza ma». Un appoggio garantito al 100% anche perché così allontana l'ipotesi di una corsa in gravidanza.
E poi un accenno alle gazebarie con il primo disposto a una sorta di consultazione per avere una legittimazione dal basso. Quanto al secondo punto, pare che più passano i giorni più i sondaggi premiano l'ex capo della protezione civile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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