Politica

C'è poco da ridere: il Grillo dell'Ucraina doppia Poroshenko

Il comico Zelensky vince il primo turno e va al ballottaggio con il presidente uscente

Roberto Fabbri

Vincerà «Poro il cioccolataio» (il presidente uscente Petro Poroshenko), la «pasionaria arancione» alias «zarina del gas» (la nazionalista eterna seconda Yulia Tymoshenko) o addirittura il comico Volodymyr Zelensky che vuol portare al palazzo presidenziale di Kiev il suo stesso personaggio televisivo e sembra incredibilmente il più accreditato per il successo finale? Quando si parla di Ucraina, specialmente dopo il recente caso dell'inserimento nella lista ufficiale delle persone non gradite del cantante ammiratore di Putin Al Bano, la tentazione di rinunciare a capirci davvero qualcosa e di abbandonarsi a superficiali ironie è sempre forte. Quasi che avesse ragione il presidente della Russia, per il quale l'esistenza stessa dell'Ucraina indipendente rappresenta un insulto alla Storia.

E invece questo grande Paese europeo vasto il doppio dell'Italia e con quasi 50 milioni di abitanti merita di essere preso sul serio per una serie di buone ragioni, e non solo nel giorno del primo turno delle elezioni presidenziali. Intanto perché, anche se popolate da personaggi pittoreschi e talvolta improbabili, oltre che fin troppo condizionate dall'endemica malerba della corruzione, queste sono elezioni vere e democratiche, a differenza di quelle di quasi tutte le ex Repubbliche sovietiche, a cominciare proprio dalla Russia. E poi perché l'Ucraina dalla malandata economia e afflitta da oligarchi e relative lobby tutt'altro che trasparenti, ha un peso geostrategico di prima grandezza, incastrata com'è tra due blocchi rivali dell'Ovest e dell'Est che continuano a esistere alla faccia di chi non se ne fa una ragione.

Secondo gli exit poll (i risultati dovrebbero esser noti solo oggi), saranno Zelensky e Poroshenko ad affrontarsi nel ballottaggio fissato per il 21 aprile. L'oggetto misterioso Zelensky, che va ad aggiungersi all'italiano Beppe Grillo e al guatemalteco Jimmy Morales nella lista dei comici di professione che sono riusciti a reinventarsi come politici di successo, avrebbe circa il 30% delle preferenze, contro il 19% scarso del presidente uscente, mentre la pasionaria Yulia non supererebbe il 14%. I sondaggi suggeriscono che l'ex attore dovrebbe riuscire a battere Poroshenko anche nello scontro finale a due.

Il 41enne Zelensky, conosciutissimo in Ucraina per il suo ruolo di protagonista nelle serie tv «Servitore del popolo», in cui interpreta un professore che diventa presidente più o meno per caso e si trasforma nel castigamatti dei corrotti, ha avuto l'idea geniale di proporre di trasferire nella realtà il suo personaggio, con tanto di programma populista buono per tutti i gusti. Quest'ultima parola è usata con intenzione: l'ex attore punta proprio sul diffuso disgusto degli ucraini verso i politici tradizionali, quasi senza eccezione coinvolti in scandali ad onta delle loro promesse di combattere la corruzione. Tanto che pochi si accorgono dello stretto legame di Zelensky col ricco imprenditore Ihor Kolomoisky, acerrimo nemico di Poroshenko, che gli mette a disposizione il suo canale tv «1+1» ed è sospettato di voler governare al posto del «servitore del popolo» se questi diventerà presidente.

Il radicale cambiamento portato da Zelensky potrebbe disvelarsi anche nel rapporto con la Russia, che si è mangiata la Crimea e occupa un pezzo di Donbass con milizie che arma fino ai denti: Zelensky ha promesso di negoziare con Putin per chiudere il conflitto, e siccome è meno oltranzista dei suoi rivali potrebbe avere più successo di loro.

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