Coronavirus

Caccia ai parlamentari no vax "Ce ne sono almeno 130"

La stima segreta di Montecitorio. Il leghista Pillon accusa: "Il green pass è una misura da dimenticare"

Caccia ai parlamentari no vax "Ce ne sono almeno 130"

Le stime sono al ribasso. La percentuale di parlamentari no vax, no pass, si attesta tra il 15 e il 20%. Un numero che oscilla tra i 90/100 deputati a Montecitorio e 40/50 senatori a Palazzo Madama. Tra gli onorevoli, no vax, no pass, due siedono addirittura nell'ufficio di presidenza della Camera dei Deputati che mercoledì ha approvato all'unanimità la delibera che introduce l'obbligo green pass per accedere agli uffici di Montecitorio. A rivelare al Giornale la stima sulla quota dei no vax presenti a Montecitorio è una fonte interna dell'ufficio di presidenza della Camera dei Deputati. «Il 10% è no vax o no pass? Beh. Ora vedremo quanti sono sprovvisti di passaporto vaccinale. Secondo le nostre informazioni almeno il doppio», sorride la fonte. Non c'è alcun elenco di nomi: vanno rispettate le norme sulla privacy. Si rincorrono voci e spifferi sul partito trasversale dei no vax: da Leu al Pd. Però nessun pare ne sia immune. Dunque, non solo la Lega. A cui va riconosciuto il merito di metterci la faccia. Un esempio? Ieri a Palazzo Madama il senatore del Carroccio Simone Pillon, tra i più critici sul certificato verde, non ha dato la fiducia al governo Draghi, in occasione della votazione per l'estensione del passaporto anti-covid alle scuole: «Ringrazio Matteo Salvini che ha garantito un sano e rispettoso dibattito interno sul green pass» - ha spiegato Pillon, tra i 5 leghisti, con il segretario Salvini, e i colleghi Sbrana, Siri e Ferrero, a non essere stato inserito tra quelli in missione.

«Spero ha aggiunto il vicepresidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza - che le condizioni pandemiche permettano presto di dimenticare questa misura, che in Europa è adottata con tale invadenza solo da noi. In ogni caso mi pare il minimo garantire tamponi salivari gratis a chi non se la sente o non può vaccinarsi», ricordando quanto chiesto dal collega Paolo Augussori, intervenuto in Aula per le dichiarazioni di voto prima della fiducia. Archiviato il voto in Senato scatta la caccia all'onorevole no vax. Chi sono? Gli indiziati sono i grillini, da sempre «allergici» ai vaccini. Ma si scova anche nei gruppi di Fdi e Lega. Secondo i calcoli fatti dalla fonte di Montecitorio, la percentuale di deputati e senatori, che hanno scelto di non sottoporsi alla doppia dose di vaccino, sfiora il 20 %. Tradotto in numeri: 100 alla Camera e 40/50 al Senato. Dal 15 ottobre, per l'onorevole no vax la vita si dura. Con una serie di obblighi e limitazioni. Senza green pass non potranno prendere parte ai lavori di commissioni e Aula. Gli irriducibili no vax saranno costretti al tampone (almeno due a settimana). Il costo dei tamponi sarà scalato dal fondo per assistenza sanitaria integrativa: i deputati versano mensilmente 526,66 euro per la copertura sanitaria. C'è sempre l'altra opzione: rinnegare le battaglie no vax e no pass e correre a vaccinarsi. Non è un mistero che tra i parlamentari no vax ci sia Sara Cunial, la deputata che ha scatenato il putiferio in Aula due giorni fa con le sue parole in cui paragonato l'obbligo green pass ai campi di sterminio nazisti. Ma pare però che il primato dei no pass sia detenuto dal gruppo l'Alternativa c'è: il movimento politico nato dalla scissione (corrente Di Battista). Ma tra la pattuglia dei no vax c'è una sorpresa: le voci di Montecitorio segnalano la presenza di un gruppetto di deputati Pd. Cosa dirà Letta? Ovviamente il portabandiera dei parlamentari che si sono battuti fino alla morte contro l'introduzione del green pass a Montecitorio è il leghista Claudio Borghi. La battaglia è persa. Ma va avanti quella ideologica. Al Senato si scaldano Gianluigi Paragone e Marinella Pacifico. Tutti insieme, appassionatamente, nel partito no pass.

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