Roma, vent’anni al bancone di Freni e Frizioni

Da ex officina a hub culturale nel cuore di Trastevere: il locale simbolo della mixology romana (e al 53esimo posto mondiale nella 50 Best Bars) festeggia due decenni di vita. E lo fa continuando a innovare e ad accogliere ogni giorno un pubblico molto eterogeneo. «Nonostante i traguardi raggiunti, ogni anno ripartiamo da zero. C’è sempre voglia di rimettersi in discussione», spiegano i titolari

Roma, vent’anni al bancone di Freni e Frizioni
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Il 4 luglio 2025 non è stata solo la festa dell’Indipendenza americana. A Trastevere, nel cuore pulsante di Roma, è stato anche il giorno in cui Freni e Frizioni ha soffiato sulle sue prime venti candeline, celebrando una storia che va ben oltre quella di un semplice cocktail bar. Nato nel 2005 in un’ex officina meccanica a due passi da piazza Trilussa, Freni e Frizioni si è trasformato nel tempo in un crocevia di generazioni, culture e stili di vita. Un posto dove il rito dell’aperitivo è arrivato a Roma con una nuova veste, grazie all’intuizione di un gruppo di fondatori che ha saputo leggere il cambiamento prima che diventasse moda.

«Vent’anni fa siamo stati i primi a portare il concetto di aperitivo così come lo conoscevamo a Torino e nel Nord Italia nella Capitale», racconta Luca Conzato, uno dei soci storici. E il pubblico ha risposto. Ogni sera, da allora, il locale si anima: studenti, creativi, turisti, coppie, artisti, habitué e volti noti. Una folla eterogenea che ha fatto di questo bar un’istituzione romana. Non si tratta solo di cocktail – pur curatissimi e spesso premiati – né solo della posizione strategica tra vicoli e scalinate. Freni e Frizioni ha costruito qualcosa di più profondo: una comunità trasversale, dove le differenze convivono e si contaminano. «È un porto di mare», dice Cristian Bugiada, altro volto storico del progetto. «Ci passa di tutto, ogni giorno. Ed è proprio questo, forse, che lo rende così vivo: ho conosciuto persone di ogni tipo, molte delle quali oggi chiamo amici».

La forza del locale sta anche nella sua fluidità sociale. Nessuna etichetta, nessuna selezione all’ingresso, ma una cura attenta per l’esperienza, che parte dal drink e arriva alla musica, passando per l’atmosfera, l’illuminazione, la grafica e il ritmo del servizio. «Nonostante i traguardi raggiunti, ogni anno ripartiamo da zero. C’è sempre voglia di rimettersi in discussione», spiega Riccardo Rossi, anche lui socio del bar. «È un lavoro impegnativo, ma le vibes che si respirano qui sono speciali. Il nostro obiettivo è semplice: far passare alla gente una bella serata». Nel tempo, questa attitudine ha trasformato Freni e Frizioni in un punto di riferimento non solo per chi vive a Roma, ma anche per chi la attraversa. Il bar è entrato stabilmente nelle classifiche internazionali dedicate alla mixology, come quella dei The World’s 50 Best Bars (dove figura al 53° posto nel mondo), diventando un nome riconosciuto ben oltre il Rione XIII.

Eppure, nonostante i riflettori e i premi, Freni e Frizioni ha mantenuto uno stile asciutto, senza orpelli, lontano dalle mode passeggere. Dai buffet iniziali, che strizzavano l’occhio ai format piemontesi, alla proposta contemporanea di cocktail d’autore, ogni evoluzione è stata coerente, credibile, senza strappi. Oggi, vent’anni dopo, l’energia del primo giorno sembra ancora intatta.

E se qualcosa è cambiato, è forse solo la consapevolezza. Quella di aver dato forma a uno spazio libero, fluido, aperto, che continua a rinnovarsi rimanendo fedele a sé stesso. Con un banco bar al centro, e il mondo intorno che cambia, una serata dopo l’altra.

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