
Non c'è ancora un testo definitivo con le modifiche alla legge che regola la salvaguardia ambientale e l'attività venatoria promossa dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ma è già partita la caccia al governo a suon di fake news da parte dei soliti noti. Animalisti radicali, ambientalisti ideologici, attivisti e politici di sinistra, tutti uniti per attaccare il governo accusato di voler favorire la caccia senza regole, di consentire i fucili in spiaggia e di rendere più difficili i controlli sul bracconaggio. Così, dai comici agli attivisti del Wwf, passando da sigle come Enpa, Lac, Lav, fino agli immancabili Verdi con Angelo Bonelli e al geologo Mario Tozzi, è una gara a chi la spara più grossa (in tutti i sensi) sostenendo che con questa legge l'Italia diventerebbe il Far West. Ad ascoltare alcune dichiarazioni allarmate sembrerebbe che, con l'approvazione del Ddl, le spiagge italiane potrebbero diventare un luogo in cui si spara tutto l'anno riducendo le specie protette, dando vita al bracconaggio e riempiendo le arie umide di piombo inquinante con l'obiettivo di uccidere più animali possibili.
Eppure le cose non stanno così; anzitutto non c'è un testo definitivo e si sta discutendo una semplice bozza che deve ancora essere presentata a Palazzo Chigi, l'iter prevede poi il passaggio alle commissioni di Camera e Senato con le relative audizioni (tra cui anche le associazioni ambientaliste) che potranno portare a modifiche e cambiamenti e infine l'approvazione in aula.
Nel merito, come spiegano a Il Giornale fonti qualificate, «sarà una legge equilibrata» e il ministro Francesco Lollobrigida, in un'intervista al Secolo d'Italia, ha precisato: «Nel testo che si intende proporre, l'attività venatoria non solo non è autorizzata nelle aree demaniali marittime, ma esplicitamente vietata. Non vi è alcuna modifica sulla gestione dei richiami vivi. Non c'è alcun ampliamento o riduzione obbligatoria delle aree dove l'attività venatoria è autorizzata».
Il ministro ha poi spiegato le motivazioni per cui si è deciso di mettere mano alla legge «l'intervento è considerato dal Parlamento una necessità, e io condivido, perché oggi la legge 157 del '92 non è più in grado di rispondere interamente alle esigenze per cui fu pensata. Il nuovo procedimento su questo tema è più chiaro e coinvolgerà le istituzioni politiche, come la conferenza Stato Regioni, e quelle scientifiche, come l'ISPRA, e consentirà di definire le aree e i limiti per una corretta chiara pianificazione del territorio. La situazione di caos e di incertezza attuale non dà le giuste garanzie a nessuno». In verità c'è un altro motivo per cui ci si scaglia con tanta veemenza contro la revisione della legge sull'attività venatoria ed è il pregiudizio ideologico contro i cacciatori da parte di chi vorrebbe arrivare all'abolizione della caccia. Peccato che la caccia faccia da millenni parte della vita dell'uomo ma un certo animalismo e ambientalismo ideologico vede nell'essere umano il colpevole di ogni cosa arrivando in alcuni casi al punto di preferire la vita degli animali selvatici a quella degli uomini.
Questa mentalità emerge da un articolo del geologo Mario Tozzi che, attaccando il testo della legge, dopo una serie di considerazioni conclude scrivendo: «La caccia è un anacronismo ormai privo di riferimenti culturali e non è decisamente uno sport, perché non c'è una competizione sana e paritaria tra un fucile e un uccellino il cui peso è minore di quello della cartuccia che lo ucciderà. Purtroppo la risposta alla domanda del perché si caccia oggi è tristemente nota, si caccia per il gusto di uccidere, di sopprimere una vita». Il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli accusa invece la destra di «voler sterminare la fauna selvatica» e di voler «compiacere le lobby dei cacciatori e degli armieri» mentre per il capogruppo alla camera di Avs Luana Zanella «Lollobrigida è un pericolo pubblico e va fermato» e l'attore Giovanni Storti ha pubblicato un video sul tema affermando: «Non potete dare fiducia a questo governo».
Così, se all'odio verso i cacciatori si aggiunge quello al governo Meloni, il risultato è che, pur di demonizzare qualsiasi intervenuto in materia venatoria, si arriva a diffondere notizie false su un testo che ancora non è stato presentato.