Marmotte, stambecchi, tassi, faine. Magari anche orsi. Animali selvatici sacrificati sull'altare della campagna referendaria. Libertà di sparare a specie protette. Libertà di caccia anche dentro i parchi. Il tutto in cambio di una mano alla campagna per il Sì al referendum da parte delle province autonome di Trento e Bolzano. Sul voto del 4 dicembre piombano le accuse al governo dell'Enpa, ente nazionale protezione animale, principale associazione animalista italiana.
Il Consiglio dei ministri di giovedì ha approvato un decreto legislativo che riconosce alle province autonome di Trento e Bolzano la competenza della disciplina della caccia e anche il potere di decidere se e come cacciare nei parchi naturali istituiti dalle province.
Un regalo non da poco Trento e Bolzano. Su questa materia, spiega Annamaria Procacci, consigliera Enpa ed ex parlamentare, ci sono sentenze della Corte costituzionale che non lasciano spazio a dubbi. Sono prerogative della legislazione nazionale. «Sulla caccia, anche le regioni e le province autonome si devono attenere ai vincoli stabiliti dallo Stato».
La decisione del Consiglio dei ministri è arrivata all'improvviso. Un tempismo più che sospetto. La decisione «non può che nascere da motivazioni politiche. Non posso che pensare che questo sia un favore fatto a una settimana dal voto», a fronte di un impegno delle province a favore del Sì. «Gli animali pagano il prezzo della politica. Daremo battaglia», assicura Procacci.
Lettura più che fondata. La politica venatoria nelle due province alpine è molto simile alla vicenda della lingua, un banco di prova dell'autonomia. Qualche settimana fa l'accusa al governo di avere ceduto sulla toponomastica di Bolzano: indicazioni solo in tedesco in cambio di un sostegno della Svp al Sì. Ora la libertà di decidere dove e a quali specie sparare. A fare della fauna una trincea dell'autonomia era stato Trento, quando la provincia decise di sopprimere un orso, Daniza, giudicato pericoloso. L'amministrazione tridentina ha già strappato al governo un sostanziale via libera all'uccisione dei grandi mammiferi. Bolzano, spiega l'Enpa, fa pressione per la caccia alle marmotte. L'animale simbolo delle Dolomiti, protagonista delle leggende dei Fanes è da tempo al centro di uno scontro tra ambientalisti e il governo provinciale.
Ora la devolution della politica venatoria decisa da Roma, in piena campagna referendaria. Novità salutata dai presidenti delle due province (presenti alla riunione del Consiglio dei ministri) come una vittoria. Il governatore trentino Ugo Rossi ha sottolineato come Roma abbia dato «ampia disponibilità». Lo stesso Rossi si sta spendendo in prima persona per la vittoria del Sì al referendum.
Il presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher ha lodato soprattutto il via libera alla caccia nei parchi. «Una conferma importante». Kompatscher, esponente della Svp, si era già schierato per il Sì. Adesso ha una ragione i più per dire che le riforme fanno bene all'autonomia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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