Cronache

"A caccia di vu' cumprà ma senza alcuna tutela"

A Viareggio pochi agenti ogni giorno cercano di stroncare il business delle false griffe: "Rischiamo grosso"

"A caccia di vu' cumprà ma senza alcuna tutela"

nostro inviato a Viareggio (Lucca)

«Li abbiamo inseguiti per senso del dovere e alla fine abbiamo portato a termine la missione, ma non si può continuare a mettere a repentaglio l'incolumità delle persone e la nostra». A parlare è un operativo che la scorsa settimana ha supportato le volanti del commissariato di Viareggio nella sparatoria di Lido di Camaiore. L'anonimato è imposto dal divieto di parlare con gli organi di stampa per i poliziotti senza incarichi sindacali.

Al di là della pericolosità della situazione, fortunatamente conclusasi senza danni collaterali, l'aspetto singolare è la scarsa considerazione del Viminale per gli uomini che si occupano della sicurezza nei luoghi di villeggiatura rinforzando le unità locali. «Cerchiamo di evitare che succeda qualcosa di grave: quando si inseguono i criminale il primo pensiero è che possano investire qualcuno, poi pensiamo a noi stessi ma lavorare in queste condizioni è molto difficile», aggiunge.

Che cosa si intenda per «difficili» lo spiega bene Antonio Baldo, segretario fiorentino del sindacato Sap. «Non abbiamo vetture attrezzate con la blindatura perché per i reparti Prevenzione crimine non è prevista questa dotazione, riservata alle volanti», spiega rilevando che «rischiamo la vita ogni giorno perché non c'è stata solo Camaiore ma anche a Massa qualche giorno fa c'è stata una sparatoria e noi rischiamo la vita perché andiamo in giro per tutta la Toscana d'estate». Ieri sera a Viareggio l'unica pattuglia della Polizia in giro era la Lancia Delta (le Alfa ormai sono un lontano ricordo per i poliziotti; ndr) del reparto Prevenzione crimine. La nottata è stata tranquilla, ma nella città versiliana pullulano gli immigrati clandestini che si dedicano alla vendita abusiva di oggetti contraffatti e, poi, con la bella stagione lo spaccio prolifera più o meno dappertutto.

Ma anche nelle piccole cose i poliziotti specializzati nella sicurezza dei luoghi di villeggiatura sono lasciati al loro destino. «La spending review fa sì che gli straordinari vengano contingentati e ci vengano pagati dopo sei mesi, ma noi non veniamo meno al nostro dovere», precisa Baldo aggiungendo che «quando necessario comperiamo anche le divise». Da poco sono arrivate le polo estive fornite dal ministero, ma spesso i poliziotti devono acquistare la divisa da sé presso i negozi di forniture militari perché le questure sono senza soldi. Oppure, come nel 2014, lasciare inutilizzato un vestiario più adatto alla montagna d'inverno che al caldo delle spiagge. Senza contare che l'anno scorso il Viminale ha dovuto inviare in trasferta in Versilia gli «amministrativi» (cioè poliziotti che a Roma svolgono lavoro d'ufficio) perché non era possibile garantire le dotazioni minime per gli alloggi in caserma.

Insomma, gli «Starsky & Hutch» di casa nostra non hanno proprio un trattamento hollywoodiano, tutt'altro. «Rischiamo la vita ogni giorno», ripete allo sfinimento Baldo ricordando che non ci sia problema che i reparti non affrontino, inclusi i derivati criminosi connessi all'afflusso di rifugiati. Il ministro Alfano e il governo Renzi, evidentemente non ne tengono conto. Ecco perché il segretario generale del Sap, Giani Tonelli, ne ha fatto una battaglia a livello nazionale.

Tante rinunce sono state fatte dai corpi di pubblica sicurezza, ma risparmiare sulle blindature proprio non si può.

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