Cala a picco la credibilità dei "taxi del mare" Ma la sinistra freme per salire a bordo

Deputati italiani ed europei cercano la passerella sulle navi sotto accusa. I buonisti cavalcano il "caso ong"

Cala a picco la credibilità dei "taxi del mare" Ma la sinistra freme per salire a bordo

Le Ong del mare sono con le spalle al muro, ma non mancano politici europei e italiani pronti a salire a bordo delle navi «umanitarie» in difesa dei talebani dell’accoglienza. I salvatori italiani dei taxi del mare sono i deputati Erasmo Palazzotto e Riccardo Magi. Ieri hanno annunciato che si imbarcheranno sulle navi delle Ong in Mediterraneo parlando «di obbligo morale e politico per rispondere con l’esempio all’escalation xenofoba e razzista che in Italia si è spinta fino alla chiusura dei porti». Peccato che lo stop agli ormeggi ha finalmente invertito la rotta degli sbarchi dalle navi che violano le regole. Palazzotto, deputato dei Liberi e uguali, ha ribadito l’appello «contro un processo di criminalizzazione delle Ong e più in generale di chi salva le vite umane, perseguito in primo luogo dal ministro dell’Interno Salvini». In realtà sono le Organizzazioni non governative a violare le norme, come nel caso della nave dell’Ong tedesca Lifeline, che non ha rispettato gli ordini della Guardia costiera italiana intralciando le operazioni dei libici. E per di più caricando a bordo oltre 200 migranti quando l’imbarcazione è predisposta per 50. Non a caso la nave, dopo l’attracco al porto di La Valletta, è sotto sequestro, anche se la Ong smentisce. Il capitano è stato interrogato e verrà incriminato per la registrazione dell’imbarcazione non riconosciuta dai Paesi Bassi. Tutte accuse che non preoccupano Riccardo Magi, segretario dei Radicali entrato alla Camera con Più Europa. Il deputato è già stato imbarcato su Open arms, la nave dell’omonima Ong spagnola, che era stata sequestrata in marzo in Sicilia e poi lasciata andare. Adesso è tornata in mare ma «Italia e Malta ci negano l’accesso nelle loro acque» hanno annunciato ieri i talebani dell’accoglienza.

Nonostante la Waterloo dei taxi del mare, alcuni politici solitamente di estrema sinistra si stanno imbarcando per andare in cerca di guai al largo della Libia. Ieri è partita nave Astral sempre dell’Ong Open arms con degli europarlamentari a bordo. Si tratterebbe di tre spagnoli e un italiano, ma la notizia è ben presto sparita dalla rete. L’obiettivo dei politici è riferire sul viaggio compiuto come «osservatori» alla sessione plenaria del Parlamento europeo fra il 2 e 5 luglio. Solitamente non si tratta di osservatori molto indipendenti. A bordo della Lifeline, quando era in mezzo al mare con il carico di migranti, sono saliti tre europarlamentari tedeschi e una deputata spagnola. Si tratta di Joe Pimenta della Sinistra europea unita, Michel Brandt della Die Linke, l’estrema sinistra in Germania, Luise Amtsberg eManuel Sarrazin dei Verdi tedeschi oltre a Vanessa Angustia di Podemos in Spagna. I talebani dell’accoglienza hanno fatto per troppo tempo «i furbetti» al largo della Libia attirando i migranti e adesso ne pagano le conseguenze. Nave Aquarius di Sos Mediterranee ed Msf è stata costretta dalla chiusura dei porti italiani a portare l’ultimo carico di migranti in Spagna. Nei giorni scorsi non ha ottenuto il permesso di rifornirsi a Malta e si è diretta verso Marsiglia. A Trapani rimane sotto sequestro la Juventa della Ong tedesca Jugend Rettet. Il ministro Danilo Toninelli (Infrastrutture e Trasporti) ha annunciato che non solo Lifeline è fuorilegge, ma pure la nave della Ong «Seefuchs naviga inmaniera illegale». La disfatta delle Organizzazioni non governative nel Mediterraneo si riflette anche sul calo delle donazioni per gli umanitari con sedi in Italia.Medici senza frontiere ha perso nel 2017 quattro milioni di euro.

Save the children ammette che centinaia di donatori hanno cancellato le sottoscrizioni mensili. La raccolta fondi di Unicef si è ridotta del 3%. E sarà ancora peggio quando arriveranno i dati del 5 per mille, ma il vero crollo si registrerà quest’anno

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