
E adesso (ri)prende quota il nome di Mario Calabresi per il dopo Beppe Sala, come candidato del centrosinistra nel 2027 se il sindaco di Milano arriverà a fine mandato, prima in caso di dimissioni anticipate che nessuno (neanche i fedelissimi) si sentono ormai in grado di escludere. Classe 1970, figlio del commissario ucciso da Lotta Continua nel 1972, ex direttore de La Stampa e di Repubblica, fondatore e direttore della società Chora Media che produce podcast, l'ipotesi Calabresi era spuntata nell'ottobre 2024 e aveva innescato una delle tante liti tra Sala e Pd. A domanda dei cronisti sui rumors il sindaco in carica aveva risposto che "è una delle persone di livello che possono iniziare a riscuotere interesse". Sono seguite telefonate di fuoco da parte dei colonnelli Pd sospetti che fosse una domanda imbeccata da Sala per "bruciare" in anticipo il nome. "Troppe polemiche e malumori, non dirò più una singola parola sul mio successore". Ma era la prova provata che fosse più di un rumors già un anno fa e tra sondaggi commissionati nei mesi scorsi e la tempesta giudiziaria che si è abbattuta sull'urbanistica milanese, specie in caso di voto anticipato starebbe sorpassando l'altro candidato in pole, Pierfrancesco Majorino, uomo di fiducia di Elly Schlein. Capogruppo del Pd in Regione Lombardia, ex eurodeputato, ma anche ex assessore delle giunte Pisapia e Sala che hanno dato il la alle nuove regole urbanistiche nel mirino dei pm (e dei 5 Stelle). Il campo largo dovrebbe puntare su un civico. Anche se evitare le primarie sarebbe complicato.
Autore di un documentario sulla strage di Gorla, Calabresi era vicino a Sala quando lo scorso ottobre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso omaggio al Monumento ai Piccoli Martiri. Il candidato in pole il 15 luglio ha parlato in tv della sua Milano, presente e futura, a "Kilimangiaro on the road", passando dai grattacieli di Citylife al re dei "panzerotti" Luini, un'istituzione sotto il Duomo.
Mosse che non spaventano il deputato e coordinatore lombardo di Forza Italia Alessandro Sorte: "Gli auguro buona fortuna ma sarebbe battibile, è un nome un po' debole. Milano è una grande azienda e serve un curriculum manageriale per poterla gestire".