Calabria, raffica di indagati: trema il governatore del Pd

Indagine sugli appalti di metro, ospedale e museo. Oliverio accusato di "associazione per delinquere"

Calabria, raffica di indagati: trema il governatore del Pd

C'è chi parla di «gogna feroce». Chi chiede di essere sentito al più presto dai magistrati per chiarire la propria posizione. Tutti ribadiscono la loro estraneità alle accuse. Ma intanto la politica calabrese, e il Pd in particolare, trema sotto i venti avvisi di garanzia - per reati che vanno dalla turbativa d'asta alla corruzione, al traffico di influenze - recapitati dalla Procura di Catanzaro, tra gli altri anche al governatore Marco Oliverio, Pd, ad altri ex esponenti del centrosinistra e al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.

Il governatore dem è accusato di far parte di «un'associazione per delinquere» composta da politici, funzionari e imprenditori, con lo scopo di «commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione» attraverso la gestione degli appalti di opere pubbliche. Secondo la Procura, sarebbe stato lui «il referente politico istituzionale degli associati, nonché degli amministratori pubblici e degli imprenditori» sulle gare bandite dalla Regione. Per le quali avrebbe adottato «le principali scelte politico-amministrative regionali» nell'interesse della «cricca». Un ruolo di primo piano, secondo gli inquirenti, l'avrebbe avuto Nicola Adamo, altro ex consigliere del Pd. Pur senza incarichi pubblici, per la sua «esclusiva influenza» sul governatore e per la «veste di esponente politico di rilievo è elemento di raccordo tra esponenti politici e imprenditori privati». Tra i quali quelli da favorire con l'aggiudicazione delle opere. Tre quelle al centro dell'inchiesta: la metro leggera di Cosenza-Rende, il nuovo ospedale e il Museo di Alarico. Macchiate, secondo i pm, da una serie di turbative d'asta, frodi nelle pubbliche forniture ed episodi di corruzione. Ma anche da scambi di favori, promesse di incarichi, appalti viziati per indirizzare le aggiudicazioni. Anche grazie a «uomini di fiducia» come un dirigente regionale che per i magistrati era la «longa manus» degli associati.

Oliverio esprime «profonda amarezza» per «questa feroce gogna cui sono sottoposto dal primo giorno del mio insediamento». «Nessun giudice - aggiunge - condividerà una simile impostazione accusatoria, che intravede sospetti di reato in normali condotte di natura politica».

Indagato nella stessa inchiesta anche il sindaco di Cosenza e candidato del centrodestra in Regione, Occhiuto. Che, paradossalmente, è anche parte lesa nella stessa indagine. Sotto accusa perché avrebbe dato alla Regione il proprio assenso alla metro leggera, progetto cui era inizialmente contrario, in cambio del Museo di Alarico. Parte offesa, invece, per la caduta della sua prima giunta, nel febbraio 2016. Una spallata dietro cui, secondo i pm, ci sarebbero Oliverio e Adamo insieme con un altro ex consigliere regionale di centrosinistra. Il quale cambio della promessa di un incarico, con la sua «influenza» sugli ex consiglieri li avrebbe convinti a votare la sfiducia all'allora sindaco.

«Il presunto patto illecito - ha dichiarato Occhiuto - consisterebbe nella promessa di un finanziamento per l'esecuzione di un'opera pubblica a vantaggio della città di

Cosenza, e non già per miei interessi personali. Non sfuggirà ad alcuno l'evidente anomalia di un preteso patto illecito stretto con chi, nello stesso procedimento, è indagato per una serie di atti commessi anche a mio danno».

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