Politica

Calais, interprete tv stuprata nella «Giungla» dei profughi

La traduttrice di lingua pashtun era con un reporter nel campo: assaltati da tre afghani. Presto lo sgombero

Francesco De Remigis

Nuovo episodio di violenza nell'accampamento illegale alle porte di Calais. La cosiddetta «Giungla», prossima allo smantellamento, dove vivono ancora 7-8 mila migranti. Qui una donna di 38 anni, interprete di lingua pashtun per l'emittente tv France 5, è stata avvicinata da tre afghani e costretta a subire un rapporto sessuale sotto la minaccia di un coltello. La donna, anche lei afghana, si era avventurata nella «Giungla» con un reporter freelance di 42 anni nella notte tra lunedì e martedì. Notata da 3 uomini: accortisi del giornalista i tre afghani hanno prima preteso di visionare il materiale registrato, poi hanno estratto i coltelli. In due hanno immobilizzato il reporter mentre il terzo stuprava la donna. Ricostruzione confermata dalla procura, che ha aperto un'inchiesta.

Solo dopo la violenza, la troupe è stata lasciata andare, ma non prima d'essere stata anche derubata. Una portavoce dell'emittente tv precisa che «questa troupe è esperta e lavorava da mesi per France 5 a un'inchiesta sui minori isolati di Calais», che nell'accampamento sono almeno 1.200. Buona parte di essi è oggetto di una trattativa col governo inglese perché alcuni sostengono di avere parenti in Gran Bretagna (circa 200). Questa settimana è arrivato a Londra un primo gruppo di 14 minori non accompagnati. Gli adolescenti, tutti fra i 14 e i 17 anni, sono perlopiù eritrei e afghani. Hanno familiari nel Regno Unito, dunque accettati dal governo britannico sulla base del ricongiungimento. Ma a Londra non tutti gioiscono: alcune organizzazioni stanno intentando cause per aver portato migranti illegali Oltremanica. Un Canale, quello che separa la Francia dall'Inghilterra, che qualcuno ha cercato di attraversare anche in canotto, secondo Le Monde.

Da quando la notizia dello sgombero della «Giungla» è diventata operativa è infatti iniziato un si salvi chi può. L'ultima chance di restare nel campo illegale era la sentenza del tribunale amministrativo di Lille, che ieri ha rigettato il ricorso di 11 Ong. Le associazioni umanitarie ritengono «precipitose» le modalità di smantellamento della tendopoli volute dal governo e dal presidente francese François Hollande. Ciononostante lo sgombero potrà iniziare al massimo lunedì. La polizia ha già un piano ed i mezzi: 150 pullman trasferiranno i rifugiati e i richiedenti asilo nei centri di accoglienza e orientamento (Cao) allestiti in quattro zone del Paese. Nei primi due giorni dovrebbero essere evacuate 4-5 mila persone. Operazione «lampo» per evitare che i trafficanti di esseri umani possano portare sulle coste inglesi chi è in grado di pagare.

Intanto nella tendopoli sono arrivati anche i cosiddetti «Jungle Lawyers», una squadra di avvocati che dà assistenza gratuita ai richiedenti asilo, informandoli dei loro diritti in vista dello sgombero. Anche 3mila agenti di polizia sono pronti a raggiungere la «Giungla» in previsione degli scontri con gli attivisti No Border, pronti a fermare le operazioni.

Preoccupa però anche il dopo Calais: due sparatorie nelle strutture di accoglienza a Saint-Brevin-l'Océan, nel dipartimento di Loire-Atlantique, e a Saint-Hilaire-du-Rosier, nel dipartimento dell'Isère in una settimana. Cosa succederà quando tutti i migranti saranno trasferiti?

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