Calderoli poteva morire per un'encefalite: "Mi hanno salvato la vita al San Raffaele"

Il racconto del vice del Senato: "Ho preso il virus da una puntura di zanzara"

Calderoli poteva morire per un'encefalite: "Mi hanno salvato la vita al San Raffaele"

Milano - Roberto Calderoli se l'è vista brutta. Ancora una volta. È lo stesso vicepresidente leghista del Senato, 62 anni, a confessare in un comunicato di aver rischiato la vita per una encefalite virale. E a cogliere l'occasione, ora che sta meglio, per ringraziare l'ospedale San Raffaele di Milano.

«Avrei preferito farne a meno - scrive il due volte ministro nei governi Berlusconi -, ma ancora una volta ho toccato con mano l'eccellenza straordinaria della sanità della Lombardia, in una delle sue migliori strutture, l'ospedale San Raffaele di Milano dove nei giorni scorsi sono stato ricoverato in terapia intensiva per una encefalite virale trasmessa probabilmente da una banale puntura di zanzara, una banale puntura che mi ha portato in pericolo di vita. Me la sono vista proprio brutta stavolta, ma se ora sto riprendendomi, se posso essere qui a raccontarvi questa mia terribile disavventura, è solo grazie allo straordinario lavoro svolto da un'eccellenza della nostra sanità lombarda quale è l'ospedale San Raffaele di Milano, struttura che già in passato mi aveva curato nel migliore dei modi, e che ha affrontato come meglio non si poteva questa emergenza». Calderoli, lui stesso chirurgo maxillo-facciale, si rivolge in particolare al primario Alberto Zangrillo, che è anche il medico personale di Silvio Berlusconi. «Voglio ringraziare di cuore - continua la nota - il primario della terapia intensiva, il professor Zangrillo, e il suo braccio destro, la dottoressa Calabrò, e il primario della Neurologia, il professor Comi, e il suo aiuto, la dottoressa Fazio, peraltro entrambi bergamaschi (il senatore è nato a Bergamo, ndr). Grazie a ognuno di loro e ai loro staff, e a tutto il personale, per avermi fatto uscire vivo e vegeto da questa disavventura. Grazie all'ospedale San Raffaele e al sistema sanitario lombardo, un'eccellenza unica a livello europeo».

Non è la prima volta che Calderoli parla in modo diretto dei propri problemi di salute. Lo ha fatto anche alcuni anni fa riguardo al tumore che lo aveva colpito. «Grazie al tumore ho capito il valore della vita - scriveva su Facebook nel 2015 -. Ringrazio ogni giorno Dio. Solo dopo aver vissuto tre tumori e relative metastasi ho imparato il vero valore della vita e che, a fronte della salute, nessuna altra cosa ha un senso». Al Fatto Quotidiano un anno prima aveva raccontato del malore avuto sulla scaletta di un aereo, della chemioterapia: «Ho subito sei interventi in due anni e sono stato due volte in rianimazione». Anche in quel caso lo aveva curato Zangrillo. Così ieri il numero due del Senato, sempre sul suo profilo: «Sono addolorato di non poter partecipare per la prima volta dopo circa 27 anni alla Berghem Fest», a causa della malattia.

«Ancora una volta l'ho scampata. Ma come mi ha ricordato il mio medico è vero che ho sette vite come i gatti però adesso devo stare attento perché almeno quattro le ho già usate...». Poi la promessa: «Tornerò a combattere le mie battaglie».

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