Cambia il vento nel Paese Ressa e tutto esaurito per lo show del Cavaliere

Accanto ai militanti storici anche molti giovani e qualche «ex» che torna a bussare alla porta di Fi

Cambia il vento nel Paese Ressa e tutto esaurito per lo show del Cavaliere

MIlano - Alla fine non basta neanche la sala da mille persone. Tutto esaurito, neanche posti in piedi per il gran finale di «IdeeItalia» con Silvio Berlusconi intervistato da Alessandro Sallusti.

Qualcuno, alla vigilia, ha azzardato che la tre giorni milanese dedicata a lavoro, tasse, welfare ed economia fosse la «contro-Leopolda», evocando la concomitanza con l'ottava edizione della convention di Matteo Renzi. Ma al terzo giorno dell'evento, la Leopolda è già diventata «leopoldina», mentre la convention di Forza Italia è esplosa per quantità e qualità delle partecipazioni. Il verdetto è presto fatto: il vento della politica è cambiato e ora gonfia le vele degli azzurri. Lo attestano i sondaggi, lo confermano gli analisti, lo testimonia soprattutto il clima frizzante che si respira a Milano in una mattinata limpida e mite, un mood fatto di attesa, fiducia ed entusiasmo.

Per capire l'aria che tira è sufficiente il colpo d'occhio del piazzale Duca D'Aosta nel giorno previsto per l'intervento di Berlusconi. Quasi due ore prima che il leader di Forza Italia prenda la parola al «Gallia», la sala è già piena, così come la hall. Davanti, il marciapiede e la strada brulicano. Duecento i giornalisti accreditati per l'evento che Forza Italia ha messo in piedi per ascoltare «La voce del Paese». Ma non sono solo i riflettori dei media: è il popolo di Forza Italia che oggi è un fiume in piena. Il corso degli azzurri non si è mai inaridito in questi anni è vero, ma ora da tutti gli affluenti sgorga nuova linfa. Si vedono i militanti del '94, intanto, quelli che non hanno smesso di appuntarsi sul petto la bandierina tricolore. I liberali storici, i fedelissimi berlusconiani. Poi al Gallia torna ad affacciarsi anche qualche «ex». «Passavo e mi sono fermato a dare un'occhiata» si schermisce un ex dirigente azzurro di Milano. Percorsi che si erano divisi tornano ad incrociarsi. Accanto a militanti antichi e fedelissimi, oggi c'è una folla di giovani, ragazzi e ragazze. Cori, bandiere, canti, ma anche grande attenzione ai contenuti. «C'è il mondo, ci sono tutti, si sa che vinciamo le Politiche» sorride un dirigente azzurro mentre stringe mani a decine sorridendo a volti spesso sconosciuti. In sala si parla della quarta gamba del centrodestra, quella centrista. E mentre i popolari lombardi si preparano a dare l'addio ad Angelino Alfano e Maurizio Lupi, sul palco e in platea si vedono pezzi importanti del mondo cattolico-liberale. Tutti si muovono. Sul palco, da venerdì manager e imprenditori, studiosi e politici parlano di lavoro, innovazione, startup e ricerca. Milano è il motore dell'economia e il cuore della politica italiana. È la culla di Forza Italia, che alle Comunali ha superato il 20%.

Milano non ha mai dato credito al grillismo, vero, ma è stata al centro di un corteggiamento lungo e serrato di Matteo Renzi: il Pd delle Europee poteva pensare di dare voce a quest'Italia laboriosa e produttiva. Ma adesso qualcosa è scattato negli umori di questa città e di quest'Italia. Qualcosa è cambiato nel Paese.

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