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Cambiare sì, ma prima il test di juventinità

Cent'anni di Agnelli, viva gli Agnelli ma avanti un altro

Cambiare sì, ma prima il test di juventinità

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Cent'anni di Agnelli, viva gli Agnelli ma avanti un altro. L'idea che il secolo bianconero della Famiglia possa giungere al termine agita il popolo juventino, stretto alla dinastia come Linus alla sua coperta. Paura, ma di cosa? Di perdere le radici, si dice. Di finire in mano a proprietà dalla solidità discussa (do you know Suning?), o di compromettere un'identità fatta di antipatia e vittorie - la prima inossidabile e attuale, le seconde sempre più sbiadite. Tutto vero. Ma usciamo da piazza San Carlo, dall'Aurora e Moncalieri, lasciamoci alle spalle Edoardo A. e il 1923, poi Gianni, Umberto e Andrea (alfa e omega di successi e tracollo), e arriviamo a John. Quanto di Agnelli c'è in un Elkann? Esiste una ragione se una grande massa di tifosi non si riconosce nell'attuale proprietà? Non sarà che quel senso di appartenenza a cui si aggrappano ha già lasciato Torino? E così eccoci allo scenario anticipato dal Giornale. Exor ha i mezzi, ma forse non più la volontà per sostenere l'avventura bianconera. I generosi aumenti di capitale sono stati ossigeno, è vero, ma qualcosa sembra essersi rotto. E allora, si diceva, avanti un altro. Basta guardarsi attorno per capire dove va il mondo del football business. In Premier League, il più ricco campionato al mondo (sauditi permettendo), il 75% delle proprietà è straniero, perlopiù made in Usa. In Spagna il 35%, stessa quota raggiunta in Serie A. Tra i grandi campionati europei fa eccezione la Bundesliga, esempio di autarchia a trazione Bayern, che però da anni vampirizza la competizione. Ergo, voltare pagina non è necessariamente un salto nel vuoto, non più di quanto sia stata la discutibile gestione sportiva e finanziaria di questi ultimi anni. Una cosa, però: qualora la strada fosse tracciata, i candidati alla nuova proprietà andrebbero sottoposti a un severo test di juventinità. Attenzione, non si tratterebbe di elencare i più grandi fuoriclasse che hanno vestito il bianconero. Troppo facile cavarsela con Boniperti, Charles, Sivori, Scirea, Platini, Zidane. No, al petro-fondo saudita, alla cordata americana o al magnate cinese (magari evitiamolo, il magnate cinese...

), andrebbe fatta un'altra domanda: conosci Athirson? Mai sentito di Zavarov? Che ne pensi di Andrade? Perché vale sul campo, e vale di più per chi vorrà comandare alla Continassa: la Juve ha più di cent'anni, ma un bidone è per sempre.

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