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Il campo stretto dei cattolici

Chissà che faccia avrà fatto il catechista di Enrico Letta dopo il suo coming out

Il campo stretto dei cattolici

Chissà che faccia avrà fatto il catechista di Enrico Letta dopo il suo coming out: «Sono cattolico ma se non vuoi divorziare non divorzi, se sei contro l'aborto non lo pratichi, se sei contro le relazioni omosessuali sei libero di non averne». Nelle parole del leader Pd alla Stampa trasuda il solito cattolicesimo à la carte. Forse al segretario dem va rinfrescata la memoria, anzi il rigido menù al quale ogni cattolico deve obbedienza. Non si può essere favorevoli all'ideologia gender o all'eutanasia, non si può parlare di diritto all'aborto e all'utero in affitto, sottoprodotti del peggior capitalismo che ha inaridito il corpo delle donne, e dirsi convintamente cattolici. E spiace che in questo equivoco si siano impantanati anche alcuni sedicenti leader cattolici di centrodestra.

Qualche mese fa la Congregazione per la Dottrina della Fede, rispondendo a un quesito di Pro Vita e Famiglia su ddl Zan, fece riferimento all'Amoris laetitia di Papa Francesco e all'enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II. Le sintetizziamo per Letta: aborto e eutanasia sono intrinsecamente ingiusti «pur essendo ammessi dalla legislazione», restano crimini che «nessuna legge umana può pretendere di legittimare, né invocando il rispetto della libertà altrui, anche se la legge civile la prevede e la richiede» perché sono in contrasto con la legge di Dio.

Il campo dei cattolici non è largo ma stretto, strettissimo. Ci si sta scomodi, con dei compagni di strada improbabili. Ci sono degli steccati precisi, ci sono valori non negoziabili da difendere, uno su tutti: tutelare la vita sempre, che tu sia ostaggio degli scafisti in mare, terminale in un letto d'ospedale o nel grembo di una ragazzina confusa o male informata, vittima della «dittatura del relativismo che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie», per dirla alla Joseph Ratzinger.

Non si può manipolare a piacimento la biologia e la chimica ipotizzando due madri o due padri, profanare l'italiano a colpi di schwa, infarcire il diritto di fictio juris, mangiare un hamburger vegano o un gelato alla soia pensando sia carne, o latte, o cioccolata. È un inganno per il palato e i sensi, financo per la coscienza di chi pretende di essere contemporaneamente vivo e morto, come il gatto di Schrödinger.

La scatola di Letta non serve aprirla, puzza di mortifera ideologia da lontano.

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