"Cancellare Salvini"? Ci pensa Facebook. Eliminato il video della citofonata

Il social rimuove il filmato. L'avvocato del ragazzo accusato di spaccio: una prima vittoria, citeremo l'ex ministro per danni

"Cancellare Salvini"? Ci pensa Facebook. Eliminato il video della citofonata

Sarebbero legati «all'incitamento all'odio» i motivi della decisione di Facebook di cancellare dalla pagina di Matteo Salvini il video in cui il leader della Lega suona a casa dei presunti spacciatori nel quartiere del Pilastro, a Bologna. A darne notizia è stata l'avvocato Cathy La Torre, legale di Yassin, figlio diciassettenne di colui che l'ex ministro dell'Interno aveva accusato di essere un pusher.

«È la prima di una lunga serie di vittorie per cui ci batteremo fino allo stremo - ha scritto la La Torre sulla sua pagina del social di Zuckerberg -, ve lo prometto, su questa meschina pagina della nostra vita democratica. Facebook ha rimosso dalla pagina di Matteo Salvini il video della vergogna, la diretta della sua citofonata a casa di Yassin. Quella diretta ha devastato la vita di Yassin, incensurato 17enne, italiano e giocatore di calcio, si è ritrovato in tutta Italia bollato come lo spacciatore».

Per poi proseguire: «La rimozione del video non riparerà tutto questo. E Matteo Salvini sarà chiamato a rispondere delle sue responsabilità per le vie previste dalla legge. Ma è un segnale comunque straordinario. Un ex ministro dell'Interno vede rimosso il video di una sua incursione nella vita di una famiglia, nella sua privacy. È una vittoria. Ma è solo la prima».

A parlare di «incitamento all'odio» sono stati numerosi utenti che avevano segnalato il post e ai quali è arrivata con questa motivazione la notizia della cancellazione del video. Da Facebook Italia per adesso nessuno ha dato una spiegazione, nonostante diversi media abbiano provato a farsi indicare le ragioni della scelta. Inoltre, perché il social ha lasciato il video online dal 21 al 28 gennaio? La spiegazione sta probabilmente nel fatto che l'avvocato La Torre ha contattato Facebook chiarendo che il video postato da Salvini violava la privacy di un minore che in questo modo è riconoscibile e che viene additato come spacciatore.

«Abbiamo avuto bisogno di tempo per cristallizzare le prove - ha spiegato il legale - : migliaia di condivisioni, commenti d'odio e insulti che dimostrano il danno alla privacy e alla reputazione, come prevede l'articolo 10 del Codice civile. Per noi la decisione di Facebook è stata tempestiva».

Qualcuno ricorda che il post di Salvini aveva raggiunto le 280mila visualizzazioni e insinua che il social network non avrebbe cancellato prima il video a causa della grossa cifra che la Lega aveva impiegato per la sponsorizzazione della pagina durante la campagna elettorale.

In realtà, il sistema di controllo dei post è affidato a circa 15mila revisori del social e a volte la verifica avviene in tempi più lunghi.

Ciò che sorprende resta comunque la posizione della La Torre, che con i suoi continui post Facebook intrisi di odio social nei confronti di Salvini predica bene e poi non si rende conto che, forse, qualche social potrebbe decidere di censurare anche lei.

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