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Carta, penne e matite. Spesa record in Toscana

L'analisi dei bilanci regionali: con quanto stanzia la Sicilia si comprano 179mila fogli ogni giorno

Carta, penne e matite. Spesa record in Toscana

Oltre mille euro al giorno in cancelleria. Una media di spesa di una penna e una matita per dipendente al giorno. Oppure: quattrocento fogli per dipendente alla settimana. Sono alcuni dei numeri che emergono dai bilanci delle Regioni in riferimento a cancelleria, stampati specialistici, pubblicazioni e giornali, argomento della seconda puntata del Giornale sulle spese regionali. La carta vive e la digitalizzazione della Pubblica amministrazione è ancora lontana.

Le cifre sono quelle trasmesse dai tesorieri al servizio Siope, gestito dalla Banca d'Italia in collaborazione con Ragioneria dello Stato e Istat. L'elaborazione è stata svolta dalla Fondazione Gazzetta amministrativa della Repubblica italiana, che ha formulato un rating, una classificazione, attraverso l'algoritmo Pitagora, mettendo a confronto le voci di bilancio con una regione virtuale media: punteggio massimo tripla A, punteggio minimo una sola B, che significa «spesa fuori controllo». Anche in questo caso, come per le bollette della scorsa settimana, ogni Regione ha criteri di spesa differente e soprattutto modi diversi, alcuni fantasiosi, di trasmettere i dati a Siope: ci sono uffici che mescolano gli «stampati specialistici», come le card regionali, con le pubblicazioni generiche, altri che non registrano le spese per i giornali, o dove non si legge mai. Il dato più uniforme sembra essere quello delle uscite per la cancelleria. Secondo il glossario del servizio Siope devono essere inserite sotto questa voce matite, penne, evidenziatori, forbici, correttori, carta, righelli, colla, buste. Sommando le spese di tutte le Regioni si ottengono oltre 3 milioni di euro l'anno: l'equivalente di 328 milioni di fogli. Oppure, dividendo la spesa tra carta e cancelleria spicciola: 164 milioni di fogli e oltre un milione tra penne, matite, gomme e righelli ogni anno.

È ancora la Lombardia in vetta al rating: la regione guidata da Attilio Fontana ottiene la tripla A nella valutazione della Gazzetta amministrativa per cancelleria, stampati specialistici, pubblicazioni e acquisto di giornali e riviste. Le spese per fogli e penne sono buone rispetto alle altre regioni, ma sfiorano comunque la media di 520 euro al giorno. I dipendenti sono i più informati d'Italia: giornali e riviste sono costasti quasi 274mila euro, 898 euro al giorno. Spesa che l'anno successivo, nel 2018, è stata abbassata di 50mila euro.

Le Regioni dove si pagano quasi mille euro al giorno in cancelleria e carta sono Emilia Romagna e Lazio. Record alla Sicilia: nel 2017 sono stati sborsati 546.744 euro. Togliendo le domeniche, significano quasi 1.800 euro al giorno, sabati compresi. Con questa cifra si possono acquistare 360 risme, 179mila fogli ogni mattina. Oppure 90mila fogli e 600 tra penne biro, gomme, matite e righelli, calcolando una media di un euro e mezzo a pezzo. La Sicilia contiene invece le uscite per stampati specialistici e pubblicazioni.

Vengono definiti migliorabili, secondo il rating della Gazzetta amministrativa, le spese di cancelleria dell'Emilia Romagna: 290.459 euro l'anno, 952 euro al giorno, l'equivalente di 47mila fogli e 315 prodotti di cartoleria. O di una penna biro al giorno per ciascun dipendente. O ancora, continuando in questo gioco dell'assurdo che tanto assurdo non è: un set di penna, matita, gomma, evidenziatore e righello a settimana per dipendente. Nel 2018 il risparmio è stato di 80mila euro. Rimangono alti i pagamenti per gli stampati specialistici come le tessere regionali: 48.678. Ma questa è la voce più discrezionale di tutte: si va dagli 585 euro dell'Abruzzo ai 98mila del Lazio.

Proprio l'Abruzzo detiene il primato di esborsi in pubblicazioni, ovvero «realizzazione di documenti pubblicati dall'amministrazione», come indica il glossario Siope. La spesa nel 2017 è stata di 1 milione 278mila euro, oltre 4mila euro al giorno, ma dalla Regione viene spiegato al Giornale che come pubblicazioni «sono stati intesi anche gli stampati specialistici». È una somma in ogni caso molto alta, ridimensionata a 402mila euro nel 2018.

Il ritardo nella digitalizzazione degli uffici pubblici era già emerso nelle conclusioni della commissione d'inchiesta parlamentare. «Le Pubbliche amministrazioni - è stato scritto nella relazione conclusiva del 2017 - nella grande maggioranza dei casi approcciano il tema del digitale in modo episodico e non organico. Sicuramente non strategico e non prioritario. La trasformazione digitale è ben lontana dall'essere realizzata».

I dati di bilancio sembrano confermare queste conclusioni e le migliorie intervenute nel 2018 sono solo parziali, qualche volta inesistenti. La Toscana ha un costo bassissimo per giornali e riviste, 4mila euro all'anno, cinquanta volte meno del Veneto e della Lombardia.

Innalza però, per esempio, le spese di cancelleria dal 2017 al 2018, arrivando a 142mila euro.

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