Seduta attorno i suoi splendidi 90 chili Candice Huffine sorride amabilmente. E in fondo chi sta meglio di lei? La modella più supercurve del pianeta si ritrova sul calendario più ambito del mondo, circondata da persone che la vedono come la rivincita della ragazza normale. O quantomeno la rivincita di noi uomini che amiamo le belle ragazze in salute. Ed in effetti qui di salute ce n'è tanta e in taglia 6 (di lato A): e dunque non è che il Pirelli Cal 2015 non abbia tra le sue pagine la solita parata di stelle (Isabeli Fontana, Adriana Lima, Natalia Vodianova, tanto per dire), ma di sicuro Candice - 26 anni, americana - è una delle due star di un'edizione presentata ieri sera all'Hangar Bicocca di Milano. In onore all'Expo e con un'appendice stasera a Palazzo Reale per l'opening della mostra dedicata alla storia del calendario. Siccome però l'altra star, il fotografo Steven Meisel, era assente per politica personale, ecco dunque che la Huffine viene circondata di domande mentre troneggia su un divanetto di solito meno affaticato. Risponde senza esitazione e con intelligenza pari alla sua curvità.
Allora Candice, come ci si è ritrovata sul Cal?
«Devo dire che quando Steve me l'ha proposto sono rimasta senza parole. Certo non me lo sarei mai immaginata, ma questa è proprio una magìa di Meisel».
Imbarazzi?
«Proprio no. Era la quarta volta che facevo scatti con lui ed era stata più dura nel 2011, quando finii sulla copertina di Vogue Italia. Mi riprese a seno nudo e per una come me poteva essere complicato».
Soprattutto perché negli Usa un seno come il suo fa a botte con il puritanesimo...
«Sì è vero, da noi certe cose sono viste peggio che qui. Ma il fatto che mi sia divertita credo sia venuto fuori nelle foto e per questo la gente ha capito e accettato. E poi Steven ha un tocco particolare...».
Ovvero?
«Io sono una che non ha mai avuto grossi problemi col suo fisico, però lui mi ha fatto capire la bellezza che c'è in me. Quel giorno ho abbracciato il mio corpo e certe sue foto mi hanno fatto perfino piangere».
E allora il Cal diventa una conquista.
«In realtà Meisel e Pirelli hanno voluto solo delle donne, senza guardare il loro aspetto o la loro particolarità: a Steven poi questo non interessava. Certo però, per noi ragazze curvy è un bel passo avanti».
In una rara intervista Meisel dice - però a proposito delle ragazze di colore - che il mondo del fashion oggi è molto più razzista di una volta. E riguardo le ragazze oversize?
«In realtà io non mi sono mai sentita discriminata per il mio aspetto. Nessuno mi ha mai fatto lavorare con una cartello sopra la testa, tipo hei, stiamo usando proprio lei!. Però è chiaro che vanno fatti altri passi avanti».
Tipo?
«Beh, ecco: il prossimo step è arrivare a sfilare in passerella».
Quindi, davvero: niente insalata?
«A volte. Ma come tutte: noi donne abbiamo alti e bassi, nei bassi si mangia insalata, negli alti magari la pasta come in questi giorni a Milano... E comunque non mi sono mai lasciata morire di fame: da adolescente ero già così e facevo la cheerleader. Avevo bisogno di energie».
Com'è la vita normale di una modella curvy?
«Normale, appunto. L'unico problema è lo shopping».
Cioè?
«Non è facile trovare i vestiti, perché oltre alla taglia conta la forma. Insomma vorrei che andare per negozi non fosse una caccia al tesoro».
Facciamo un appello agli stilisti?
«Sì, certo: pensino meno alle taglie e più ai tagli».
E il giorno che succederà?
«Avremo fatto il prossimo-prossimo passo...».
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