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Il caos elettorale mette a rischio l'obbligo di vaccinarsi

Il caos elettorale mette a rischio l'obbligo di vaccinarsi

Roma - Obbligo vaccini: regioni e scuole in ordine sparso. La scadenza fluttua e grazie al dilagare dei Cinquestelle , in molti casi verrà proprio ignorata. Il decreto legge, voluto dal ministro Beatrice Lorenzin, ha fissato per oggi, 10 marzo il termine ultimo per la consegna alle scuole dei documenti che certifichino la vaccinazione dei bambini. In caso di mancata consegna nidi e asili dovrebbero sbarrare le porte ai non vaccinati mentre dai 6 anni in su sono previste multe per i genitori. Per ora non accadrà nulla ma per ragioni molto diverse da regione a regione. Con una circolare emanata a febbraio, il ministero dell'Istruzione e quello della Salute hanno deciso che nelle regioni dotate di un'anagrafe vaccinale non toccava ai genitori consegnare la documentazione ma invece ai dirigenti scolastici fornire l'elenco degli alunni alle Asl e poi alle Asl verificare chi ancora non è stato vaccinato o non ha neppure richiesto un appuntamento per la profilassi. A quel punto le Asl devono convocare le famiglie dei bambini non vaccinati e tentare di convincerle ad eseguire la profilassi. Soltanto dopo questa procedura i bimbi possono essere esclusi e le famiglie multate. I tempi concessi così si sono allungati almeno fino alla fine di marzo. In sostanza tutti dovrebbero riuscire a finire l'anno scolastico. E quali sono le regioni che hanno un anagrafe vaccinale aggiornata? Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. In queste regioni i genitori non devono fare nulla. In sostanza, semplificando un po', soprattutto al nord e anche al centro il sistema sta funzionando mentre in molte aree del sud un meccanismo di comunicazione più faticoso tra istituzioni ha rallentato il sistema. Nelle regioni senza anagrafe vaccinale saranno i genitori a dover consegnare la fatidica documentazione pena l'esclusione dalla scuola.

Ma sarà davvero così? I dirigenti scolastici sono sul piede di guerra e dichiarano di non voler essere «i gendarmi della burocrazia», insomma non vogliono assumersi la responsabilità di chiudere i bimbi fuori da nidi e asili mentre sono molte le associazioni di genitori Noobbligo pronte a rivendicare il diritto di non vaccinare i propri figli senza essere esclusi da scuola.

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