La scalata ai vertici del Movimento da parte di Giuseppi, nata in modo decisamente traumatico fin dagli albori a causa degli scontri con Grillo e dello strappo sfiorato, prosegue con grande fatica anche quando pareva che la strada fosse oramai in discesa.
Anche la scelta dei membri quel quadro dirigente che dovrebbe affiancare l'ex uomo dei Dpcm in seconda serata pare proprio farraginosa, forse per il fatto che all'interno del partito vi siano posizioni eterogenee in vari settori, a partire da quello relativo alla politica estera. Le parole di Conte sull'Afghanistan, benedette dal fuoriuscito Dibba, hanno invece creato grande imbarazzo nel ministro degli esteri Di Maio, che ha cercato di correggere il tiro relativamente alla questione "talebani". L'attacco del presidente di Confindustria Bonomi contro Orlando (Pd) e Todde (M5S) per il decreto delocalizzazioni, poi, non ha ricevuto una replica in difesa del proprio collega di partito, come fatto invece dal segretario dem Letta.
Insomma, Giuseppi cammina sulle uova, dato che scegliere i nomi giusti all'interno della propria compagine in questa fase storica non è per nulla semplice. Il Movimento sembra sempre più il Pd, con le sue correnti interne ed i suoi equilibri precari tra contiani, dimaiani e grillini (in senso stretto). Il rischio di frizioni interne e di una destabilizzazione a seguito della nomina dei membri del comitato esecutivo sta facendo pensare sempre più concretamente di rimandare il tutto a dopo le elezioni.
Secondo il Messaggero, fra i nomi più gettonati di coloro che affiancheranno Giuseppi al timone del Movimento, per ora, restano Mario Turco, Luigi Di Maio e Alessandra Todde o tuttalpiù Chiara Appendino. Si parla anche di Lucia Azzolina, Laura Castelli e Barbara Florida. Giuseppi cerca quindi di scopiazzare da Letta il quale, dopo tutte le polemiche piovute sul capo dell'ex segretario dem Zingaretti, ha dato una svolta "rosa" al partito. Il che non suona strano, dato che l'ex premier continua a mantenere un filo diretto proprio con alcuni consiglieri del Pd.
Per quanto riguarda il capogruppo alla Camera potrebbe saltare Davide Crippa (uomo troppo vicino a Grillo) in favore del fidato Riccardo Riccardi, mentre al Senato resterebbe il vicepresidente del consesso Ettore Licheri. Non si esclude, tuttavia, la possibilità di un inserimento della Taverna. Il ruolo di capodelegazione resterebbe al fido (e contiano) ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli, mentre Vito Crimi potrebbe essere tenuto buono con un ruolo nel comitato di garanzia (quello che di fatto controllerà l'operato del comitato direttivo). Per il ruolo di responsabile esteri sarà un confronto a due tra Tiziana Beghin ed il vicepresidente del Parlamento europeo Fabio Castaldo, per quello di responsabile economia parrebbe ad oggi in vantaggio Stefano Buffagni.
Frattanto, in vista delle elezioni e con una sonora batosta all'orizzonte in quelle città in cui il Movimento correrà senza l'alleato "ex partito
di Bibbiano" (ovvero Roma, Torino e Milano), il tour settembrino di Giuseppi potrebbe realizzarsi senza un'eccessiva esposizione coi candidati, così da non doversi in qualche modo "intestare" la sconfitta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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