I Cinque stelle attaccano il Pd per lo stop all'emendamento Casson sulla prescrizione, ma forse proprio questa aggressione favorisce il ritorno a un clima più disteso nella maggioranza, tra dem e centristi di Ap. Le perplessità del ministro Andrea Orlando sull'emendamento Casson, sembrano spingere infatti a una conferma del testo così come è uscito dalla Camera, messo in discussione al Senato proprio da Ap. Giovedì i due relatori alla riforma del processo penale, che contiene anche una riforma della prescrizione, Felice Casson e Giuseppe Cucca, hanno presentato due emendamenti che hanno fatto scattare l'altolà di Ap e di Ala, ma trovato il consenso di M5S. Il primo interrompe la prescrizione in caso di condanna in primo grado, il secondo la fa partire non dal momento in cui il reato è stato compiuto bensì dall'iscrizione nel registro degli indagati. Dopo che il capogruppo dem Luigi Zanda li ha derubricati a «ipotesi di lavoro», Cucca ha ritirato la firma.
Ieri però i Cinque stelle hanno attaccato duramente. «Quello che sta avvenendo - dice Luigi Di Maio - è ridicolo: un parlamentare del Pd ha proposto una norma che noi condividiamo, ma Renzi preferisce accordarsi con Alfano e Verdini. In questo modo il premier affonda una buona legge». «Il Pd cala le braghe ad Ala e Ncd», rincarano la dose Stefano Lucidi e Michele Dell'Orco, capigruppo M5S in Senato e alla Camera. Enrico Cappelletto, capogruppo in commissione Giustizia del Senato, afferma che lo stop è per salvare Verdini, condannato in primo grado. Concorda Alfredo D'Attorre (Si): «È il Partito della Nazione, bellezza». Ncd però non ci sta.
Tanto che il ministro dell'Interno Angelino Alfano è intervenuto per stigmatizzare il «rilancio giustizialista di alcuni settori del Pd». «Sono per aumentare la prescrizione - dice - ma non all'infinito, perché altrimenti cancelliamo i diritti e le garanzie per i cittadini».
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