Il «caso Sardegna» arriva in Procura a Cagliari. Ieri mattina l'ex presidente dell'isola e oggi deputato di Forza Italia, Ugo Cappellacci, ha presentato un esposto. I contagi d'importazione tra resort e discoteche in piena stagione turistica potevano essere evitati, aveva già detto nei giorni scorsi il governatore Christian Solinas puntando il dito contro Palazzo Chigi. Era stato lui il primo all'uscita del Paese dal lockdown, e alla vigilia delle partenze estive, a chiedere il passaporto sanitario per i turisti in arrivo. Cappellacci ricorda che fu il governo a dire di no e per questo ora chiede ai magistrati se in quella condotta si ravvisino responsabilità penali in capo all'esecutivo Conte. Se vi sia cioè un «nesso causale tra il rifiuto e i contagi che ci sono stati e se in tal caso vi siano gli estremi per configurare il reato di epidemia colposa». Nelle intenzioni della Regione, il certificato doveva essere rilasciato previo tampone o test sierologico, da effettuarsi anche in laboratori privati. «Ciò avrebbe permesso di tutelare il diritto alla salute dei cittadini sardi senza porre oneri eccessivamente gravosi a carico di chi volesse recarsi in Sardegna, bilanciando in maniera ponderata i rispettivi e reciproci interessi», si legge nell'eposto. Cappellacci ripercorre quei giorni e ricorda che il governo «manifestava fin da subito il suo netto e apodittico rifiuto, bollando la proposta come sostanzialmente irricevibile, inattuabile e financo "incostituzionale". Precisamente, il 20 maggio il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, affermava che detta incostituzionalità sarebbe derivata dal fatto che, con l'introduzione del passaporto sanitario, si sarebbe consentito alle Regioni di sopravanzare lo Stato nella limitazione della libertà di circolazione delle persone». Anche il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri «asseriva che il certificato di negatività fosse una via impraticabile mentre per il ministro Roberto Speranza il documento sarebbe stato addirittura qualcosa che non esiste».
Oltre ai contagi ci sono però anche i danni economici «per un comparto turistico che partiva svantaggiato e che ha subito la pubblicità negativa e titoli esagerati come se la Sardegna fosse un'isola di untori. Agiremo - annuncia l'ex presidente - anche in sede civile con una class action affinché siano risarciti i danni sofferti dalla nostra isola sia sul piano dell'immagine sia su quello strettamente economico, in particolare per quanto riguarda il turismo. È assurdo che noi che chiedevamo il tampone in ingresso ora lo dobbiamo fare per uscire, quando ci sono regioni con contagi ben superiori ai nostri». Il riferimento è alle richieste che arrivano dalla Regione Lazio di fare dei test agli imbarchi di navi e aerei per i passeggeri che rientrano dalle vacanze in Sardegna, proprio dopo l'impennata di contagi tra i giovani che abitano a Roma.
Con l'esposto - conclude Cappellacci - chiediamo giustizia per un'isola che con grandi sacrifici stava uscendo dall'incubo della pandemia e che non può pagare la linea contraddittoria di un Governo incapace e irresponsabile».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.