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"Capitana Carola diffamata". Salvini ora indagato a Milano

Il fascicolo trasferito da Roma: chiesto il sequestro dei social dell'ex vicepremier. Lui: "È una medaglia"

"Capitana Carola diffamata". Salvini ora indagato a Milano

Per Matteo Salvini non c'è tregua. Ora si ritrova indagato per diffamazione nei confronti di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3 che a luglio aveva forzato il blocco navale imposto dal governo gialloverde e aveva speronato una motovedetta della Guardia di Finanza, mettendo a rischio la vita degli uomini delle Fiamme Gialle. Arrestata e poi rilasciata dalla Procura di Agrigento tra lo sconcerto degli italiani, la tedesca attivista dell'Ong aveva sporto querela nei confronti dell'ex ministro dell'Interno. Ora è la Procura di Milano ad accanirsi contro di lui e, guarda caso, la notizia esce nel giorno del giuramento del governo Conte bis. Un disegno che, per il leader della Lega, era prevedibile.

Salvini, all'epoca dei fatti, aveva attaccato su Facebook la Rackete. «Gli interventi di Salvini - si legge nella denuncia - si svolgono non all'interno della sua funzione, ma facendo di essa un puro strumento propagandistico e, come vedremo, istigatorio di un discorso dell'odio che travolge ogni richiamo alla funzione istituzionale». Una volta appreso della denuncia, il segretario del Carroccio aveva chiarito: «Non mi fanno paura i mafiosi, figuriamoci una ricca e viziata comunista tedesca». A controbattere era stato il legale della Rackete, Alessandro Gamberini: «È lui che muove le acque dell'odio. Quando le persone vengono toccate nel portafoglio capiscono che non possono insultare gratuitamente». Ieri appreso che il fascicolo è passato a Milano, Salvini non ha perso tempo e ha subito commentato sui social: «Denunciato da una comunista tedesca, traghettatrice di immigrati, che ha speronato una motovedetta della Finanza: per me è una medaglia! Io non mollo, mai». Nella denuncia si chiede il sequestro dei profili social dell'ex vicepremier. Gli atti dalla Procura di Roma sono stati inviati a Milano per competenza territoriale, visto che Salvini non è più ministro e risiede nel capoluogo lombardo. A Salvini la possibilità di essere ascoltato dalla pm Giancarla Serafini non fa paura: «Non vedo l'ora di incontrare Carola Rackete in tribunale - aveva detto alcuni giorni fa -, di guardare in faccia una che ha provato a uccidere dei militari italiani».

E il 3 ottobre la capitana sarà in audizione al Parlamento europeo, invitata dalla commissione delle Libertà civili. Oltre a Rackete, l'audizione prevista nell'anniversario del naufragio del 2013 in cui morirono 368 migranti a largo di Lampedusa, vedrà tra gli invitati un rappresentante della Commissione europea, uno di Frontex, un esponente del Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa o, in alternativa, un docente senior della Queen Mary University di Londra, e un rappresentante della Guardia costiera italiana. Qualora la capitana della Sea Watch 3 non fosse disponibile (essendo sotto inchiesta), i parlamentari intendono invitare Miguel Duarte, volontario portoghese dell'Ong Jugend Rettet, sotto processo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

In questi giorni il Mediterraneo si sta nuovamente riempendo di navi delle Ong, pronte a riavvicinarsi all'Italia e in attesa che, come promesso dal Pd, sia eliminato il decreto Sicurezza bis. Un attacco all'ex titolare del Viminale in un momento storico in cui l'Europa ha tutto l'interesse per far sì che i porti siano aperti, che riparta il business dei migranti e dei taxi del mare e che l'Italia torni a essere il campo profughi del continente.

E chissà, magari anche che Carola riesca a far bloccare i social a Salvini e a fargli perdere consensi, almeno su internet.

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