Cronache

Capri, l'autista muore d'infarto. Il pullman precipita: 28 feriti

Il bus è caduto dalla costiera finendo sulla terrazza di un lido. I bagnanti: "Abbiamo temuto una strage"

Capri, l'autista muore d'infarto. Il pullman precipita: 28 feriti

Emanuele Melillo, 33 anni, napoletano, era un autista esperto. Amava il suo lavoro. Quella strada mozziafiato (nel senso di bellezza, ma anche di pericolosità) che da Capri conduce a Marina Grande la conosceva bene. Un percorso memorizzato, curva per curva, in anni di lavoro, sempre alla guida dello stesso minibus Atc dell'Azienda di trasporto municipale. Emanuele ieri, forse, si era accorto che il mezzo, complice un guasto alla funicolare, era «un po' troppo pieno»: una ventina di persone. Ma come si fa a far scendere dal pulmino qualche turista «in eccesso»? Tra l'altro, per la maggior parte, stranieri. E così Emanuele si è avviato. Una giornata come tante, con il mare a picco sui tornanti della costiera e la sagoma dei Faraglioni impressa sullo sfondo, suggestiva come una cartolina. Ma improvvisamente l'autista accusa una fitta al petto. Cerca di resistere, di non perdere il controllo del bus; ma alla fine non ce la fa, si accascia sul manubrio. Ormai è privo di sensi. Il pulmino sbanda: prima a destra, poi a sinistra. I viaggiatori si accorgono del dramma, ma ormai è troppo tardi per qualsiasi manovra di emergenza. Il mezzo sfonda il parapetto e precipita per alcuni metri. Fermandosi sulla provvidenziale terrazza di un lido sottostante. Sono attimi di terrore. Dal bus capovolto si levano urla e richieste di aiuto. Si teme una strage. Ma per fortuna, a uno a uno, i soccorritori tirano fuori tutti i passeggeri: solo 4 (tra cui un ragazzino) sembrano in gravi condizioni, gli altri sono sotto choc oppure hanno ferite lievi. Arrivano le ambulanze. I ricoverati in ospedale sono 28. Emanuele Melillo, purtroppo, è morto. Stroncato dall'infarto che lo ha colto alla guida. Lascia la compagna, incinta del loro primo figlio.

«Ci siamo gettati in acqua, abbiamo temuto fosse crollato un palazzo», raccontano i bagnanti che hanno assistito all'incidente. «Il pullman ha sfondato la barriera ed è rotolato giù - ha detto all'Adnkronos Gemma, la titolare del ristorante nello stabilimento balneare -. Sarebbe potuta essere una tragedia ben peggiore. Il mezzo avrebbe potuto rotolare fino alla spiaggia, ma per fortuna così non è stato».

Un volo di sei metri che ha finito per travolgere anche diverse persone che non erano a bordo del mezzo, ma si trovavano sulla terrazza del lido su cui si è schiantato il bus.

I feriti che destano maggiore preoccupazione sono tra i passeggeri del pullman. Quattro sono subito stati trasferiti in elicottero a Napoli, nell'ospedale del Mare e al pediatrico Santobono; altri cinque si trovano in camera operatoria in attesa di trasferimento. Delle persone coinvolte nell'incidente quattro sono di nazionalità straniera: due francesi e due libanesi.

Gli esperti, con l'ausilio dei vigili del fuoco, stanno cercando di ricostruire la traiettoria del minibus finito nel dirupo. Il quadro potrebbe essere più chiaro solo quando il mezzo verrà recuperato e, soprattutto, quando i sopravvissuti al volo del bus potranno descrivere gli attimi precedenti lo schianto. Di certo Emanuele Melillo, quando si è reso conto di stare male, non ha avuto il tempo di chiedere aiuto a nessuno. Sperava di superare la crisi in pochi attimi. Ma le cose sono andate diversamente. L'infarto non gli ha lasciato scampo. Melillo era ausiliario della Croce Rossa Italiana e, precisamente, era iscritto nei ruoli dei sottufficiali dal 2011. La procura di Napoli ha aperto un fascicolo d'indagine senza ipotizzare, per ora, ipotesi di reato; disposta anche una perizia sul bus.

Ore 11,30. Marina Grande di Capri. Giuseppe, un ragazzo del posto, è tra i primi ad accorrere sul luogo del disastro: «È qualcosa che difficilmente dimenticherò - racconta all'Ansa - specialmente la scena del ragazzino, avrà avuto 15/16 anni, che strillava dal dolore. Il bus è rotolato fino ad andare a impattare contro le cabine doccia dello stabilimento, in quella cunetta che fa da spartiacque tra la spiaggia libera e il vicino stabilimento privato. Ancora un metro è il bilancio sarebbe stato ancora più pesante». Molti dei bagnanti testimoni del dramma, hanno abbandonato la spiaggia. Con le lacrime agli occhi.

Il paradiso di Capri ieri sembrava un inferno.

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