Cara cattiva amata ti rispondo

Cara amante di turno, anzi fidanzata come si usa oggi, quanta filosofia su una storia di sesso. Tu, e le tue sodali di genere, ritenete noi uomini stupidi. Noi, benevoli, incassiamo perché le stupide siete voi. Hai descritto la mia «passione» come se fossi innamorato di te. Solo di te. Non senti che rido? Praticando con ognuna di voi la stessa passione mi credete innamorato. E voi pensate di essere uniche e insostituibili. Pensiero unico: «Mi travolge come una mandria impazzita, non può andare con nessunaltra usando la stessa foga!». La mia chimica, quella tanto amata da tutte, produce dopamina naturale in eccesso e quindi sono costantemente alla ricerca del piacere, in particolar modo all'alba. Mi domandavi: «Mi ami?». Rispondevo: «Certo, mi piaci!». Amare... ma che vuol dire? Sposate sono tutte le mie «fidanzate» per la soddisfazione del mio essere maschio alfa, ma soprattutto per evitare la condivisione di un quotidiano... sfilacciato, come tu lo definisci.

Splendido scusare la tua zoccolaggine attribuendola alla «distrazione» di tuo marito. Il senso di colpa dato dal tuo tradimento, per placarlo, lo sposti su di me rendendolo accettabile: non tradisci tuo marito ma tradisci me, bontà tua, quando stai con lui. Questo non è mentire, è politica! Tranquilla, non sono geloso. Nessuno può deprimere il mio ego ipertrofico. Le donne si manipolano con il bastone e io lo uso! Lancia in resta!

Matteo

Il dibattito sul marito fedifrago lascia il tempo che trova. Per ognuno esiste comunque una donna che mette le corna al marito. Questo argomento tipicamente estivo, dove il sole anche se scarso in questa estate particolare, comporta un senso di libertà nelle coppie, dopo la routine quotidiana, ad evadere dal consueto ed approdare a nuove esperienze. Un fenomeno sempre esistito per cui fare dibattiti sui giornali lo trovo alquanto antiquato e poco originale. Nella libertà sessuale di oggi, dove anche le coppie gay si vogliono sposare, parlare di corna mi sembra lontano anni luce dalla realtà dei fatti. Ognuno è libero di fare quello che più gli aggrada, sempre nel rispetto degli altri soggetti chiamati in causa.

Giorgio Serafini

Egregio Direttore,

che noia le lettere d'estate. E' tutto un fiorire di amanti, corna, lei che tradisce lui, lui che tradisce lei, figli contro i genitori, genitori contro i figli. Non se ne può più. Possibile che non ci fosse un altro argomento con cui riempire quello spazio?

Ci sono anche coppie, e sono tante, dove tutto questo non si sa neppure cosa voglia dire.

E glielo dice uno (uno qualsiasi) felicemente sposato da 45 anni ancora innamorato di sua moglie e felicemente ricambiato, che dialoga con le proprie figlie ed è felice nonostante i tanti problemi (anche grossi) che la vita di famiglia comporta. L'unico teppista di casa è un frugoletto di quasi 5 anni che però, quando non c'è, ti lascia la casa vuota.

Mi dirà che sono stato fortunato; è vero ma è anche vero che la fortuna va aiutata e in una vita di coppia si è in due a costruire la felicità, non lo può fare uno/una solo/a. Altrimenti l'altro/a è un/una egoista e l'egoismo non va mai d'accordo con la felicità.

Cordialmente

Gianpiero Guenzi

Gent.ma Signora,

perdoni se non mi rivolgo a lei utilizzando il titolo di studio o la professione, infatti ritengo che le sue riflessioni ed il pathos con cui le esprime siano condivisibili dalla maggior parte delle donne dotate di senso comune

Le reazioni, e l'interpretazione di quanto lei scrive come autobiografico, e quindi lo sconfinamento con l'offesa, sono indicativi di animi piuttosto grossolani e tesi innanzitutto all'autodifesa.

I cliché, sia femminili che maschili sono molti, un po' di autocritica e qualche risata renderebbero la comunicazione più agile e costruttiva.

Una nota di rincrescimento: la chiusura della lettera del figlio.

Per quanti errori una madre abbia fatto, tali parole sono ferite a morte, anche perché, quanto meno, l'iniziativa del dialogo è partita da lei.

Con stima e apprezzamento.

Gent.ma Dott.ssa Bernardini de Pace,

ho letto con molto interesse il Suo articolo del 5 agosto,e vorrei dare la mia testimonianza per spiegare il mio disaccordo quando consiglia Suo figlio di non fermarsi alla sua prima ragazza ma a fare altre esperienze.

Mia moglie ed io ci siamo conosciuti a 16 anni,dopo qualche mese abbiamo cominciato a frequentarci,ci siamo fidanzati e dopo 10 anni (studiavamo entrambi) ci siamo sposati. Da allora sono passati 45 anni.

Come va ora? Stiamo invecchiando insieme, nostro figlio è ormai adulto,lavora ed è sposato; noi ci facciamo compagnia,scherziamo, bisticciamo,facciamo l'amore. Siamo amici, complici, amanti. Siamo felici. Per entrambi è stato il primo ed unico amore.

Rimpianti per non avere avuto altre esperienze?Assolutamente no: qualche volta mi è capitato di dover dire«no grazie»(ai tempi ero un bell'uomo), ma senza nessuno sforzo. Alcuni amici mi dicevano di non fermarmi alla prima osteria,di divertirmi,di non impegnarmi,e sono ben felice di non averli ascoltati.

Naturalmente non so nulla di Suo figlio e della sua ragazza, e può darsi che prima o poi si lascino, ma se questo non dovesse succedere e se il loro rapporto dovesse durare non c'è alcun motivo di ritenere che debbano essere infelici.

Oggi si passa con molta facilità da un letto all'altro, ma non mi sembra che questo stia favorendo la stabilità delle unioni né la felicità delle persone.

Con simpatia Le invio cordiali saluti

Massimo Veronesi

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