Cara «conquista» ti rispondo

Dolcissima creatura,

mi addolora la tua profonda delusione sofferta nei rapporti col maschio (più d'uno immagino, -absit iniuria verbis- altrimenti non saresti in grado di definire tutta la specie). Forse, spesso, ti sei fatta sedurre da parole dolci e insinuanti, da sguardi languidi, e da promesse che infiammavano la tua «origine del mondo». Senza tuttavia ottenere buoni risultati.

È vero anche che il maschio, per istinto, attratto da voi belle, eleganti, profumate e provocanti, cerca di soddisfare i desideri da voi stesse accesi ma, all'atto pratico, spesso, trova un colonnello di fanteria che vuole vincere subito la guerra. Se la donna desidera una cosa, la vuole subito col corpo e con l'anima. Perciò, più spesso di quanto si creda il maschio, se sensibile, s'intimidisce e, per un rigurgito ancestrale, tentenna a prendere la mela o non ce la fa. Poi si pente.

E poi, diciamolo, nel gioco dell'amore è la donna, comunque, a comandare perché ogni donna, in pectore, è matrice.

Evviva le donne

Sono ben descritti comportamenti, sentimenti, delusioni dei «bellimbusti» alla conquista del mondo delle donne, ma questi sono espressione di vanità, superficialità, irresponsabilità di gente che non sa fare altro di costruttivo. Le grandi città, e non solo quelle, ne sono piene.

Ma la società del mondo d'oggi purtroppo presenta anche situazioni molto amare, coinvolgenti persone in difficoltà che si separano per disperazione, distruggendo la famiglia e sé stesse. Esiste anche un'area di «professionisti del cambio moglie» quando questa invecchia e la famiglia è avviata, ma è riservato a gente ricca che può mantenere più di un nucleo. Anche questa abitudine è in aumento.

In generale è la società che è in decadenza, con perdita di valori e responsabilità, troppo appagata dal materialismo e alla rincorsa di soddisfazioni che non possono provenire dal solo cambiamento continuo, ma dalla ricerca del sé profondo, difficile da trovare se si è troppo distratti da altre cose.

Giuseppe Monti

Fulminea, provocante, aggressiva, come si suol dire: tutto in un solo boccone !!!

Luciano

Ciò di cui scrive, cara signora, non è amore e nemmeno un sentimento, ma una specie di vuoto a perdere, una strategia bellica, più di casa a Gaza che in qualsiasi cuore che si rispetti.

Inoltre, descrivendo l'imbecille che si è scelta, o dal quale è stata soggiogata («brevi tempore», ma soggiogata), lei, più che denigrare il poveraccio, qualifica se stessa!

Gianluca

Invecchiando il presunto «seduttore»(o la «seduttrice») diventa più disincantato e magari anche bisognoso di conferme...tuttavia credo memore di quanto il pregresso e il presente dell'altro siano importanti da capire ed esplorare reciprocamente.

Se questo avviene, l'accogliere ed essere accolto, corona qualsiasi versione comunicativa tra i «contendenti». E se avviene tra dolci baci e tenere carezze, come suggerito e sempre dovrebbe, diventa proprio un «a sè duco», con a non privativo, nè tantomeno con privazioni.

gherardo mercati, bergamo

Cara Annamaria, ti leggo e rileggo, mi soffermo, rifletto. L'Amore esiste e non esiste, ma di sicuro non dà la felicità duratura; tuttavia nel perseguire tale chimera facciamo esercizio il più possibile e in alcuni casi facendone un'arte. Così sembra suggerire il comportamento della commedia amorosa. Pur non appartenendo, io, a questo mondo virulento di amanti, fidanzati, compagni e così via, conosco tante di queste storie dolorose. Mi domando: è stata l'emancipazione femminile a produrre questa follia? Oppure la si deve all'abolizione della legge Merlin? Il direttore Feltri nella chiusura della risposta alla tua prima lettera dà la chiave «scientifica» per spiegare l'arcano: «il cuore è nel petto, dalla cintola in giù c'è altra roba». Perché noi donne non capiamo questo?

Miss Dodadoda

Vorrei, per ridicolizzare il contenuto della lettera odierna, raccontare la mia personale esperienza: coniugato a 22 anni mi sono separato a 41 da una moglie che inizialmente era mitica (la fotocopia di Patty Pravo al Piper) e pesava 54 Kg oltre ad essere come me studentessa in Medicina e Chirurgia alla Statale di Milano.

Io ero in pari con gli esami con la media del 28,5 , lei in 5 anni di università aveva dato, con voti molto modesti, solo 4 o 5 esami del primo biennio.

Rimase incinta e la sposai contro il parere dei miei genitori che la giudicavano una furbacchiona che si era iscritta a Medicina solo per farsi sposare da un medico benestante.

Alla nascita di nostro figlio «Patty Pravo» pesava 85 Kg e tale è rimasta nei decenni successivi, per un'altezza di m.1,64.

Non ha proseguito gli studi, ha fatto, sino alla nostra separazione, soltanto la casalinga nullafacente (io ho sempre pagato sia colf che baby-sitter).

Ad ogni mia sollecitazione a dimagrire con dieta e sport, nonché a contribuire alle spese familiari con un lavoro, mi ha sempre risposto : «Ormai sono tua moglie, se ti sta bene io sono così, altrimenti se divorzi sempre mi devi mantenere con il tenore di vita attuale».

Mi feci aiutare da mio padre (che aveva ben giudicato il soggetto che mi aveva incastrato con una gravidanza), divorziai e la liquidai, dopo un processo litigioso durato 9 anni (dal 1991 al 2000) per volontà di lei, che sperava che, col trascorrere degli anni, mio padre sarebbe deceduto ed io, figlio unico di padre vedovo, avrei cospicuamente ereditato, con conseguente sostanzioso incremento dell'assegno mensile a favore di lei. Fortunatamente mio padre ha invece felicemente vissuto fino al 2007, soddisfatto di vedere suo figlio finalmente liberato da una colossale zecca.

Dal 1991 al 1997 ho vissuto in hotel, avendo lasciato la villetta familiare alla ex-moglie e al figlio, dal 1997 ad oggi convivo felicemente con una brava e bella signora divorziata e benestante che non mi ha mai scroccato un euro.

Nel periodo 1991-1997 vivendo in hotel ho fatto ovviamente vita da scapolo, sempre però alla ricerca della donna della mia vita. Ci sono voluti decine di tentativi a vuoto prima di trovare la mia donna attuale! Ci sono molte donne che, ben vestite e ben truccate, sono attraenti; quando poi si spogliano ti fanno cadere le braccia: o sono pelose come le scimmie, o non hanno depilato le ascelle, o hanno tette patetiche, o hanno l'alitosi, o i piedi che puzzano, o 20 Kg di cellulite o le vene varicose o il sedere basso.

Quando cerchi di evitare l'incontro sessuale con una donna che oggettivamente non è piacente, quasi sempre la gentile donzella ti dà dell'IMPOTENTE. Cui ho sempre cortesemente risposto: «Non sono io ad essere impotente, sei tu che sei un CESSO!»

La scrittrice odierna del Giornale è proprio certa di non essere un cesso?

Con i più cordiali saluti

Dott. Leone Marco Wischkin

Specialista in Medicina interna Università di Padova

Come maschio comincio a comprendere la scelta di coloro i quali hanno deciso di essere «normali» (Sì! Perché a Napoli si chiede: «Sei normale o ti piacciono le donne?»). Osare di avere una storia con una donna come lei incita a voltare pagina, tante sono le difficoltà che si possono incontrare già solo nell'approccio. Soddisfare una donna e, nel contempo, una femmina richiederebbe requisiti non comuni:

1) Attrezzatura fisica all'altezza.

2) Capacità amatorie che definirei scientifiche, in quanto in grado di rassicurare la partner e, nel contempo, determinarne i gesti ed i comportamenti con estrema dolcezza e risolutezza.

3) Stimolarne l'appetito sessuale al punto da renderle difficile il modo di appagare il suo desiderio.

4) Raggiungere il punto in cui il sentire dell'uno si confonda con quello dell'altra.Invidio maledettamente l'uomo che è riuscito nell'impresa. Nel contempo mi è chiaro il motivo per cui la succitata (splendida donna, ne sono certo) abbia scelto la professione che ha scelto.

Chissà quanti matrimoni si sono salvati!?!

Saluti

M. Rossi

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