Roma - È la faccia peggiore di quella parte di Italia che usa la violenza per placare la rabbia delle sconfitte calcistiche quella che giovedì sera si è mostrata a Trastevere, dove un carabiniere di quartiere è stato aggredito da una cinquantina di tifosi laziali, scatenati nella caccia al tedesco dopo la partita Lazio-Eintracht. Il militare era intervenuto per soccorrere un supporter della squadra di Francoforte quando un gruppo di ultras gli si è scagliata contro prima gridandogli «infame, vattene» e altre parolacce e, quindi, tirandogli addosso di tutto, da un cassonetto della spazzatura fino ai sampietrini. Il carabiniere, che nell'intento di difendersi ha estratto la pistola, è stato colpito alla testa da una bottiglia che gli ha provocato un trauma cranico. È stato costretto a fuggire per non essere linciato: «Ho fatto solo il mio dovere», le sue uniche parole. Il video dell'aggressione ha fatto il giro del web e ha scatenato inevitabili reazioni.
Dal comando generale dell'Arma, con una nota, fanno sapere che il militare «ha riportato un trauma cranico giudicato guaribile in 7 giorni. Era impegnato in un servizio notturno a tutela della sicurezza dei cittadini ed è intervenuto in difesa di persone aggredite e impaurite. Sa di aver fatto solo il suo dovere. Ha estratto la pistola - si legge ancora - per tenere a distanza gli aggressori, ma ha fatto in modo di non sparare mantenendo fino all'ultimo, in condizioni molto difficili, il sangue freddo e la professionalità dovuti». Il comandante generale, Giovanni Nistri, da Baghdad, in visita ai carabinieri che addestrano in Iraq le forze di polizia locale, chiarisce che l'uomo «ha evitato di sparare pensando non solo all'incolumità delle vittime, ma pure a quella dei suoi aggressori».
Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha raccontato di averlo sentito per telefono. «Gli ho espresso la mia vicinanza - ha detto - e quella di tutto il governo. Quanto ai balordi che lo hanno aggredito, pagheranno. Vi assicuro che pagheranno». Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, gli ha espresso «massima solidarietà. Questi - ha scritto sui social - non sono tifosi, ma delinquenti». Il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, ha definito «bestie» gli aggressori, specificando di aver provato «amarezza e disgusto» di fronte al video. E ha concluso: «Un episodio che condanno fortemente e di cui seguirò personalmente gli sviluppi».
Non sono tardate ad arrivare, però, le critiche al governo. Il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia), ha parlato di «immagini sconcertanti, che lasciano sgomenti, sintesi dell'Italia grillina e della sicurezza limitata agli annunci social». L'appuntato scelto Andrea Cardilli, del comitato di presidenza del Cocer carabinieri, racconta l'altra faccia della medaglia: «Siamo stufi delle belle parole. Il ministro parla di rispetto, parla bene di noi e delle forze armate, ma per ora solo parole. Ventisette euro di aumento. Il rispetto non c'è più. È un'umiliazione. Un carabiniere che si trova in difficoltà in quel modo e poi non abbiamo mezzi e riconoscimenti. Il turnover - prosegue - è fermo da almeno 10 anni. Spesso ci troviamo a doverci difendere da chi ci infama, dice parolacce e quant'altro.
O i governi si mettono in testa di mettere in mano gli strumenti alle forze dell'ordine o così non si può andare avanti. Sapete quanto ci viene pagata un'ora di lavoro notturno? 4 euro lordi, cifra ferma al 2002». Basti pensare che nel 2018 i carabinieri morti in servizio sono stati 7, i feriti 1490.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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