Roma - ministeri lavorano a regime ridotto, ma a Palazzo Chigi si sbrigano gli ultimi provvedimenti di iniziativa governativa. Un governo di inizio legislatura, obbligato ad attenersi agli affari correnti in attesa che un nuovo esecutivo giuri al Quirinale, ma che si fa carico di provvedimenti rilevanti. Un po' per coincidenze di calendario, un po' per scelta.
È il caso della riforma dell'ordinamento penitenziario, che andrà oggi al consiglio dei ministri per il secondo esame preliminare. Non è detto, insomma, che sarà approvata la riforma. È rimasta da attuare il decreto più importante della riforma, quello che prevede il ricorso alle pene alternative rispetto al carcere. La riforma Orlando è stata criticata dal centrodestra, ma è difesa dagli avvocati.
Il grosso del lavoro per l'esecutivo uscente riguarda comunque l'economia. La sessione di bilancio è saldamente in mano a Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia e al premier Paolo Gentiloni.
Il primo scoglio è quello noto del Def. Il documento di economia e finanza che il governo deve approvare entro il 10 aprile. Di solito definisce la cornice entro la quale si muoverà la legge di bilancio. Quindi ci sono le previsioni sulla crescita, le stime sui conti pubblici. Poi si misurano gli effetti delle principali scelte di politica economia che si prevede di attuare. Padoan approverà solo la prima parte, il cosiddetto quadro tendenziale. Ma il governo dovrà rispondere in qualche modo alle pressioni che arriveranno dalle forze politiche, che vorrebbero riempire anche la parte «programmatica», magari con la sterilizzazione degli aumenti dell 'Iva in programma per il 2019. Premier e ministro non hanno intenzione di farlo. E tutto resterà confinato alle risoluzioni delle singole forze politiche.
La vera sfida per il governo uscente è raccogliere abbastanza voti per fare passare il Def in versione minima. Nei giorni scorsi è circolata l'ipotesi che per fare passare il documento in versione leggera, non serva il passaggio parlamentare. Non è così, assicurano fonti parlamentari. Il voto non è evitabile nemmeno quando il documento si limita a fotografare la situazione a legislazione invariata. Anche perché, e qui la valutazione è politica, i conti in questo caso comprendono l'aumento dell'Iva che nessuno vuole. Sempre nel breve termine, il governo si troverà a dovere partecipare al consiglio europeo del 22 e del 23 marzo. Parteciperanno capi di stato e di governo. Si discuterà di Brexit, ma anche di governance economica dell'Ue, di riforma del diritto di asilo, di web tax. Quindi del nostro futuro. L'Italia sarà rappresentata dal governo uscente, probabilmente senza la prospettiva di un nuovo esecutivo. Quindi, ancora una volta, debole.
Unica nota positiva in questo ultimo scorcio di mandato per Gentiloni e Padoan, potrebbe diventare paradossalmente l'esame sui conti di primavera. La richiesta di una manovra correttiva sui conti del 2018 per lo 0,1% del Pil (3,5 miliardi) potrebbe non arrivare o essere attenuata. Merito della crescita del Pil superiore alle attese. La decisione è sia tecnica sia politica.
Quindi il giudizio della Commissione europea dipenderà molto dagli sviluppi politici. Archiviato Gentiloni e anche la possibilità di un nuovo incarico all'ex premier, i rapporti Italia-Bruxelles vanno ricostruiti da zero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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