"Caro Dottore, amo la Turchia ma qui qualcosa non va..."

La lettera

Dottore, faccio seguito alla sua telefonata di oggi (...) in cui mi informava delle difficoltà circa il rilascio del mio permesso di soggiorno. Desideravo solo ragguagliarla meglio sulla situazione (riguardo la chiesa cattolica di Sancta Maria a Trabzon)...

Ci sono altre cose che desidererei far conoscere a lei e all'ambasciatore italiano. Ma desidererei farlo di persona in modo riservato, vista la loro delicatezza.

Mi pare importante che le autorità italiane sappiano certe realtà di fatto, oltre ai buoni propositi e ai programmi espressi in pubblico dalle vecchie e nuove autorità turche. Fatti che vivendo tra la gente e girando di città in città ho potuto conoscere direttamente. Amo la Turchia, amo questa terra, la sua storia e la sua gente. Sono convinto che tra stati e religioni bisogna cercare la via del dialogo, del rispetto, della convivenza, della collaborazione, dell'avvicinamento. Ma sono anche convinto che solo nella verità possa essere fatto tutto questo, la verità confermata dai fatti e quindi dai passi concreti da compiere. Al mio paesino natale si diceva che «di buone intenzioni è pavimentato l'inferno». Vorrei riferirle di persona certe cose, per amore di questo popolo, per amore di un'Europa aperta oltre gli attuali propri confini, per amore di una convivenza non facile ma unica speranza di pace.

Mi parrebbe importante se si riuscisse ad intervenire prima che la risposta negativa sia ufficiale perché in questo caso bisognerebbe ricominciare tutto daccapo. (...) La ringrazio immensamente della sua premura e della sua cordialità. In attesa di una sua telefonata la saluto e la ossequio con deferenza

Don Andrea Santoro

* * *

Eccellenza illustrissima,

desideravo anzitutto ringraziarla per il suo interessamento in merito alla mia richiesta di permesso di soggiorno in Turchia... Spero che la richiesta possa andare in porto per poter assicurare un'assistenza spirituale ai pochi ma ferventi fedeli della chiesa di Trabzon sul Mar Nero. Sono anche altri i luoghi che avrebbero bisogno di una altrettanta assistenza spirituale per la presenza di cristiani, talvolta non dichiarati, e per il passaggio di pellegrini provenienti dall'Europa, come Urfa-Harran la città dove Abramo fu chiamato e da cui si mise in viaggio per Gerusalemme. Ma molteplici difficoltà non rendono facile la cosa.

Desideravo inoltre invitarla, lei personalmente o, qualora non le fosse possibile, qualcuno dei suoi collaboratori, per conoscere più da vicino certe realtà, talvolta complesse... Sarebbe per me un piacere ospitarla e mostrarle più da vicino le realtà del luogo (parlo di Trabzon e di Urfa dove attualmente sono presente...), sia sotto l'aspetto umano che civile e paesaggistico. Sono luoghi carichi di storia... Ma anche solo io personalmente e le persone che con me lavorano saremmo contente di averla tra noi e di sentire per questo più vicina la nostra Italia in una terra così ricca e interessante e al crocevia di tante delicate problematiche del mondo di oggi... Spero, come cristiano e come italiano, di poter fare onore al mio nome e di poter essere utile a questa terra favorendo il dialogo, l'incontro e la collaborazione tra popoli, nazioni e religioni. (...)

Con ossequi e infinite cordialità

Don Andrea Santoro

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