Matteo Salvini dice di essere soddisfatto di questa manovra e si dà un bel sette in pagella. Si è sempre indulgenti con se stessi, sarebbe più saggio lasciare agli italiani il tempo di sperimentare sulla propria pelle questo presunto capolavoro di economia creativa e poi misurare il loro giudizio. A mio avviso siamo invece di fronte a una manovra viziata fin dal suo concepimento (il famigerato «contratto»), tanto che l’unico «sette» che viene in mente leggendola è un’analogia: quella con il numero dei vizi capitali, quell’insieme cioè di comportamenti che distruggono gli uomini contrapposti alle virtù che creano sviluppo. Il primo dei sette vizi è la superbia, quella con cui Salvini e Di Maio, convinti della propria superiorità, hanno ostentato disprezzo verso gli altri e con altezzoso distacco tradito buona parte degli impegni con i loro elettori. Il secondo vizio è l’avarizia nella sua antica accezione, cioè il bisogno sfrenato di ottenere sempre di più (più voti, più seguaci sui social, più fama) senza curarsi delle conseguenze. Ci sono pure la lussuria (tenere in piedi il governo solo per puro attaccamento ai piaceri del potere); l’invidia, cioè punire chi, dai pensionati benestanti agli imprenditori, nella vita a differenza loro ha conseguito successi e in alcuni casi ricchezza; l’ira, contro i loro critici che vorrebbero zittire e punire economicamente (i tagli all’editoria questo sono); la gola, nel senso di ingordigia e bulimia mediatica; infine l’accidia, cioè l’indolenza nell’affrontare e risolvere iproblemi della maggior parte degli italiani.
Questo è il mio «sette» a Salvini e Di Maio. E siccome anche io sonoun peccatore, non so se per invidia o avarizia, vorrei fare una domanda a Salvini, ben sapendo che non arriverà risposta. È la seguente. Lei, caro ministro, ieri ha detto, per giustificare e minimizzare il taglio delle pensioni, che «chi guadagna dai sei ai quindicimila euro al mese può dare un contributo». Perfetto. Lei, i suoi 125 deputati e 58 senatori, guadagnate (non si preoccupi, pa-ghiamo noi come lei ricordava a tutti prima del4 marzo) appunto sui quindicimila euro il mese.
Mi sa dire che taglio lei e Di Maio avete previ- sto in manovra, come «contributo», per i suoi e vostri emolumenti pubblici? Anche perché, come lei ben sa, anche una pensione non totalmente coperta da contributi resta di gran lunga più sudata e meritata dello stipendio di uno di voi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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