Il Carroccio di Matteo rottama, Ceccardi nuova star

Da Calderoli a Stucchi e Cota, quelli che rischiano di non essere ricandidati

Il Carroccio di Matteo rottama, Ceccardi nuova star

Pontida (Bergamo) - Chi sale e chi scende nella Lega di Salvini? Nelle retrovie di Pontida non c'era solo Umberto Bossi ma anche Roberto Calderoli, pure lui silenziato. L'ex ministro ricopre il ruolo di responsabile organizzazione della Lega, ma non è annoverabile nel cerchio ristretto di Salvini, tanto che sarebbe stato di fatto scalzato da Alessandro Panza, trentenne della leva dei salviniani doc. Anche la moglie di Calderoli, Gianna Gancia, ex presidente della provincia di Cuneo, è data tra quelli in ribasso nel Carroccio salviniano. Molti, specie dopo la Pontida dell'«unico capo», scommettono su un ricambio radicale dei parlamentari con il prossimo giro. Via i nostalgici, i leghisti riconducibili a passate stagioni e leader, dentro i Matteo boys (and girls). Non una rottamazione, ma quasi. Tra i «vecchi», resta in auge Giancarlo Giorgetti, ex pupillo di Bossi, ora il più influente consigliere politico di Salvini. Anche la svolta moderata sulla Ue, quella per cui l'uscita dall'euro diventa «l'ultima ratio», perché prima bisogna provare a «ridiscutere i trattati», è farina del suo sacco. Di conseguenza, l'affievolimento della battaglia all'euro comporta un lieve calo delle quotazioni degli oltranzisti dell'uscita dalla moneta unica, come l'economista Claudio Borghi, così come pure di Armando Siri, che comunque restano nella zona alta della classifica. In bilico invece ci sono i parlamentari più esperti, ma meno allineati al leader. Come Giacomo Stucchi (presidente del Copasir), il romagnolo Gianluca Pini, Davide Caparini. Sempre stabile invece la posizione di Luca Zaia, intoccabile, anche perché non dà fastidio a Salvini occupandosi di Veneto. Più complicato il rapporto con Maroni, con cui permangono forti frizioni per ora rimaste sottotraccia.

Vicino a Maroni, e quindi sotto stretta osservazione dei salviniani, è anche il deputato Paolo Grimoldi, che è pure segretario della Lega Lombarda. Pare segnato il destino (non ricandidatura) di Roberto Cota, l'ex governatore leghista del Piemonte finito sotto inchiesta e poi assolto per i rimborsi elettorali. Al suo posto, a guidare la Lega Piemònt, c'è Riccardo Molinari, che invece è dato tra i blindati di Salvini per il Parlamento. In ascesa, nel borsino leghista, come pure qualche sindaco della nuova generazione delle «felpe». Tipo Susanna Ceccardi, sindaco di Cascina (ha parlato a Pontida), e poi Massimo Bergamin, sindaco di Rovigo considerato il «proconsole di Salvini» in Veneto. Poi ci sono i due capigruppo, Massimilano Fedriga e Gianmarco Centinaio, sicuramente riconfermati dal capo. In ascesa anche Edoardo Rixi, numero uno del Carroccio in Liguria, e la bolognese Lucia Borgonzoni. Tra gli assessori lombardi entrati nelle grazie di Salvini si contano Simona Bordonali (Sicurezza), Claudia Terzi (Ambiente) e Massimo Garavaglia (Economia), mentre Gianni Fava (Agricoltura) è leader della minoranza non salviniana (difficilmente epurabile proprio per questo). E quindi ci sono i Matteo boys.

Tra di loro, Alessandro Morelli direttore di RadioPadania e consigliere comunale a Milano. I giovani padani Lucio Brignoli ed Eugenio Zoffili, e Andrea Crippa (leader del Movimento Giovani Padani) e altri trentenni legati a Matteo. Molti di loro si vedono già a Roma.PBra

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