Carta assolto dalle accuse di furto di magliette

Le immagini girate dalle camere della Risascente di Milano scagionano il cantante

Carta assolto dalle accuse di furto di magliette

Milano - E pensare che avevano persino chiesto di arrestarlo, ricorrendo fino in Cassazione contro la decisione del giudice di lasciarlo a piede libero in attesa del processo per furto. La Procura aveva parlato di pericolosità e di gravi indizi di colpevolezza. Invece ieri Marco Carta viene assolto «per non avere commesso il fatto» dall'accusa che lo aveva catapultato nel lato oscuro del gossip, rischiando di rovinare la sua carriera di cantante. Non fu lui, dice la sentenza di ieri del giudice Stefano Caramellino, a impadronirsi delle sei magliette di lusso con cui lui e una sua amica vennero bloccati alla Rinascente, il più famoso grande magazzino di Milano, il 31 maggio di quest'anno.

«Non ho mai smesso di credere», è il commento di Carta - vincitore del Festival di Sanremo nel 2009 - subito dopo la telefonata dei suoi legali Massimiliano Annetta e Ciro Giordano che gli annunciano l'assoluzione. Ma nei giorni scorsi il cantante aveva ammesso come l'incriminazione e il clamore che ne era seguito lo avessero portato sull'orlo della disperazione.

Dalla sua, Carta aveva fin dall'inizio la dichiarazione della amica che era con lui, Fabiana Muscas, che si era assunta per intero la responsabilità del furto. Certo, poteva trattarsi del sacrificio della donna per salvare la reputazione dell'amico vip. Poi nelle settimane scorse erano entrate nell'inchiesta delle nuove immagini, tratte anch'esse dal sistema di videosorveglianza della Rinascente. Immagini di cui Procura e difesa avevano dato interpretazioni opposte: per il pm Nicola Rossato incastravano Carta, per la difesa dimostravano la sua innocenza.

Il giudice Caramellino, nell'udienza celebrata a porte chiuse ha fatto la sua valutazione: in quelle immagini non c'è nulla che dimostri la partecipazione del cantante all'impresa della sua amica, anzi.

I fotogrammi decisivi sono stati probabilmente quelli in cui si vede uscire Carta dai camerini senza nulla in mano e vestito con jeans e maglietta aderente («per sfoggiare i bicipiti scolpiti» hanno detto i legali), mentre le placche antitaccheggio che avrebbe divelto dalle magliette erano assai ingombranti. E non è un caso che la Rinascente non si fosse costituita parte civile. «È la fine di un incubo», scrive Carta su Instagram.

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