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"Casalinate". Il Pd contro Conte per le mosse sul Colle

Filtra irritazione dalle parti del Pd per le mosse in solitaria di Giuseppe Conte. Per la Malpezzi "serve un metodo". Ma i grillini non sono gestibili

"Casalinate". Il Pd "contro" Conte ed i grillini per le mosse sul Colle

Il Pd contesta al suo interno la linea pentastellata sul Colle. Le ultime mosse dell'ex premier giallorosso e gialloverde Giuseppe Conte stanno provocando una certa irritazione tra i parlamentari Dem. L'attivismo dell'ex "avvocato degli italiani" viene percepito come un modo di emergere a livello mediatico. Poco c'entrerebbero, insomma, scelte reali e tese a trovare una quadra per il Quirinale.

Quello tra Pd e MoVimento 5 Stelle, secondo le intenzioni dei rispettivi leader, dovrebbe essere un "campo largo". Ma la boutade di Conte sulla "donna" da eleggere al Colle è sembrata una mossa solitaria. Un imprevisto che, dalle parti del partito che ha sede al Nazareno, fanno fatica a comprendere, oltre che a digerire. Tant'è che, stando a quanto ripercorso dall'Adnkronos, il tutto viene definito una "casalinata", ossia una strategia per emergere sulla stampa e sui media e basta. Questo, almeno, sarebbe il pensiero di una parte cospicua del Partito Democratico.

Il primo virgolettato a fuoriuscire è quello dell'onorevole Emanuele Fiano: "Sulle candidature che avanzano i 5 stelle, bisogna chiedere ai 5 Stelle". Tradotto: non esiste una linea comunitaria. E Giuseppe Conte tende a giocare la sua di partita. Anche perché, non controllando il gruppo parlamentare, può garantire sino ad un certo punto. Poi arriva la stileattata da un altro parlamentare: "Sono casalinate per stare sui giornali...". L'opinione che il Pd ha del MoVimento 5 Stelle inizia dunque a filtrare, nonostante le dichiarazioni d'intenti, a poche settimane dal focale giro di boa per eleggere il successore di Sergio Mattarella.

Un po' d'irritazione nei confronti dei grillini pare emergere pure dalle dichiarazioni rilasciate dalla senatrice Simona Malpezzi: "Per la Presidenza della Repubblica prima di un nome serve un metodo - ha detto all'agenzia sopra citata la parlamentare Dem - . Mai come adesso - ha aggiunto - il Paese ha bisogno di una figura condivisa che rappresenti tutti gli italiani con un profilo autorevole, europeista, garante della Costituzione. Non può essere espressione di una parte".

"No", dunque, ad un candidato di centrodestra - com' è ormai stato ribadito a livello pubblico da parte del Pd, che vorrebbe che venisse eletto un capo di Stato di centrosinistra per l'ennesima volta e che continua a porre ingiustificati veti - , ma "no" anche alle spinte in avanti, come sta provando a fare l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che cerca più un nome che una strategia d'intesa collettiva.

Il fatto che Conte voglia diventare protagonista solitario di questa fase, in buona sostanza, fa storcere il naso al partner principale del "campo largo".

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