È stata una domenica interlocutoria, anzi no. Perché dietro l'apparente calo del numero dei nuovi contagi registrato nel bollettino del ministero della Salute dell'Iss (33.979 rispetto ai 37.255 di sabato), c'è un più sostanzioso abbassamento dei tamponi messi a referto (195.275 contro 227.695) al punto che l'indice di positività, calcolato rapportando i tamponi «rossi» rispetto a quelli effettuati, fa segnare il record della seconda ondata: 17,40 per cento. Ciò vuol dire che il rallentamento è solo un'illusione ottica. Non appena nei giorni feriali il numero dei tamponi tornerà a crescere, si batteranno nuovi primati nel numero dei contagi.
Il pallottoliere domenicale porta molti dati preoccupanti. Gli attuali positivi sono 712.490, e con questo andamento nel giro di una decina di giorni si potrebbe superare il milione di contagiati contemporanei. Gli italiani in isolamento domestico sono 677.021, mentre quelli ricoverati salgono a 35.469 (nuovo record assoluto), dei quali 32.047 ricoverati con sintomi (con un aumento di 649 rispetto al giorno precedente) e 3.422 in terapia intensiva, con un sensibile aumento di 116 letti occupati. Ormai il record di 4.068 del 3 aprile non è lontano.
Capitolo decessi: ieri sono stati 546, con ben 181 morti nella sola Lombardia, davanti al Piemonte (45), alla Toscana (44), alla Sicilia e all'Emilia-Romagna (36) e alla Campania (35).
La distribuzione dei contagi vede come sempre nettamente in testa la Lombardia con 8.060 davanti a Campania (3.772), Piemonte (3.682), Emilia-Romagna (2.822) e Veneto (2.792). Se però si rapporta il numero di positivi ai tamponi fatti le carte si rimescolano e in testa passa il Piemonte con il 26,85 per cento, davanti a Valle d'Aosta (24,66), Emilia-Romagna (22,46), provincia autonoma di Bolzano (21,46). La Lombardia è solo al quinto posto con il 20,83.
Ultimi dati riguardante i tamponi, che ieri come detto sono stati 195.275 (38.702 nella sola Lombardia). Il totale dei tamponi effettuati dall'inizio dell'emergenza sanitaria è di 18.878.386, su un totale di casi (ovvero di persone) che corrisponde a 11.416.172. In pratica quasi un quinto degli italiani ha fatto almeno un tampone.
Un pallido ottimismo trapela dalle parole di Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità e componente del Cts, ospite della trasmissione di Rai3 Mezz'ora in più: «Lo spiraglio c'è, c'è una iniziale ma chiara riduzione della trasmissibilità» con l'Rt sceso dall'1,7 all'1,4 in una settimana. Secondo il flemmatico virologo si comincia «a vedere l'effetto delle prime misure» prese dal governo per cercare di arginare la diffusione del Covid-19, anche se è presto per cantare vittoria. La settimana che inizia oggi è fatidica per confermare «questa iniziale decelerazione della contagiosità».
Locatelli fa anche notare che «l'età di coloro che perdono la vita è la stessa della scorsa primavera» e quindi «gli anziani vanno protetti e tutelati che è diverso dal separarli». Ultima notazione sui medici di base: «vanno coinvolti di più, il loro ruolo è fondamentale».
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